ENRICONUZZO
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In tal senso pare opportuno ancora segnalare l’interesse assai vivo
in Garin a seguire, sul ‘piano verticale’, la trasmissione di valori, pro-
blemi, idee, lungo vasti periodi storici: in primo luogo appunto l’‘età’
che andava dall’esperienza umanistico-rinascimentale (ormai ‘liberata’
da una continuità ‘gilsoniana’ con le eredità medievali) a quella sette-
centesca. «Indicare […] il perdurare e intrecciarsi e trasformarsi di
alcune ‘idee’, nel giro di problemi costanti, fra Quattrocento e Sei-
cento», questo era lo «scopo» – dichiarava Garin nell’
Avvertenza
delle pagine raccolte nel libro del 1970
43
.
Ecco allora l’accento posto sulla «continuità problematica», su di
«una sorta di linguaggio comune» che accomuna i pur diversi tempi
che vanno dal Quattrocento al Seicento, al Settecento ancora, sull’agi-
re in essi anche di temi, quali quelli platonico-pitagorici, astrologici,
ermetici che tanta storiografia corrente tendeva a considerare del tutto
attardati ed estranei alla costituzione della scienza moderna. Di questa
così, trasformata in un «mito», erano sfuggite «la complessità, la carica
ideologica, le componenti ‘metafisiche’ – tutti gli elementi, infine, che
spesso ne costituirono il maggior nerbo proprio ai fini di un rinnova-
mento culturale»
44
.
L’accento posto sulla trasmissione e reviviscenza dei temi ermetici,
astrologici – che in particolare aveva recuperato e rivalutato la nuova
interpretazione gariniana del Rinascimento a partire dalla fine degli
anni ’40 – costituiva l’elemento di maggiore novità entro la sostanziale
riaffermazione della tesi già sostenuta (ed esaminata in precedenza) in
Dal Rinascimento al Risorgimento
(l’opera ripubblicata, non senza sva-
riate significative modifiche, nel 1966, cioè poco prima dell’elabora-
zione di queste pagine): la tesi appunto dei collegamenti e intrecci tra
scienza moderna e tradizione rinascimentale (allora tenuta presente
piuttosto negli apporti e nelle eredità del naturalismo italiano).
Di lì a qualche anno il fastidio per le operazioni di troppo facile, sprovveduto,
sociologismo crescerà, come testimonia una lettera a Piovani del 12 ottobre del 1976
sulla quale si verrà.
43
Ivi, p. 8.
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Ivi, pp. 7, 12-13. «Naturalismo, dunque, insieme a platonismo ed ermetismo,
così come la fisica timaica e il pitagorismo si troveranno a convergere con l’atomismo
democriteo. Le vie della storia sono molto meno semplici di quelle degli storici che
separano la luce della ‘scienza moderna’ dalle tenebre del misticismo platonizzante,
dell’ermetismo e del neopitagoreismo» (ivi, p. 12).
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