GLI STUDI VICHIANI DI EUGENIO GARIN
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era sentito subito del tutto «a casa»
102
, alla scomparsa di Piovani Garin
doveva ricordare con parole commosse come il «Bollettino del Centro di
Studi Vichiani» e, «insieme, gli elegantissimi quaderni di ‘Studi vichia-
ni’» costituissero «il documento di un’attività così intensa da apparire
quasi presaga dell’incalzare di una conclusione imminente»
103
.
Dei numerosi contributi di Garin apparsi sul «Bollettino» si è dato
conto. Non si è detto però in precedenza dell’apporto di suggerimenti
autorevoli che Garin offrì nella discussione
Per l’edizione nazionale di
Vico
, in ordine ai criteri da adottare: sull’importanza, giustamente da
problematizzare, dell’«ultima volontà dell’autore»; sui caratteri tipo-
grafici, sul cui integrale rispetto assumeva una posizione cauta, ma di
sicuro, opportunamente, ben più ‘conservativa’ di quella espressa ad
esempio da Mario Fubini; sull’apparato delle fonti (anche non espli-
cite), la cui adozione egli invece considerava essenziale per la «rico-
struzione degli sfondi culturali, delle ‘biblioteche’, degli interlocuto-
ri»
104
. Di questi suggerimenti è stato tenuto ben conto nell’avviare un
indicazioni venivano poi attorno al «Vico ‘medievale’». Per quanto si ripromettesse di
riflettere più a lungo sul tema, suggeriva che, rispetto a indagini tentate in quella dire-
zione, un lavoro su di esso «andrebbe da un lato limitato nel tempo (il Seicento) e dal-
l’altro esteso nello spazio e definito in rapporto a precisi istituti (scuole e accademie,
insegnamento): insomma, la Scolastica in Italia e nel Seicento e, magari, prima metà
del Settecento: scuole, manuali ecc. – logica, fisica, metafisica» (Lettera del 20 feb-
braio 1970,
AFP
, cart. 7/i). Piovani non mancava di ricordare in ciò l’apporto di
Garin, «fonte inesauribile di amichevoli e autorevoli suggerimenti» nelle pagine di pre-
sentazione del primo «Bollettino» (P. P
IOVANI
,
Il Centro di Studi vichiani
, in questo
«Bollettino» I, 1971, p. 14). In particolare Piovani richiamava, di seguito, la solleci-
tazione che veniva da Garin a incoraggiare gli studi (di Michele Rak) «sulla genesi e il
significato della ‘storia filosofica’» a Napoli. Era una tematica che interessava davvero
molto Garin, come sappiamo in particolare dal suo saggio sul Valletta, e come attesta
un passo di una lettera indirizzata a Piovani nel 1971, che credo si possa rendere pub-
blico: «vado vagheggiando – ma non lo dico che a Lei – una storia della storiografia fi-
losofica nell’età moderna, che non concluderò mai, ma di cui vado mettendo insieme i
materiali» (Lettera del 3 ottobre 1971,
AFP
, cart. 6/d).
102
Così diceva finemente in un’affettuosa lettera a Piovani della fine del 1971:
«Carissimo, ho avuto poco fa il primo ‘Bollettino’, elegantissimo e pieno di cose. A
dirgliene tutto il bene che penso, ho solo un po’ di paura di sembrare vano e presun-
tuoso, visto che mi ci sono trovato ‘a casa’ dal principio alla fine»: lettera del 1
dicembre 1971,
AFP
, cart. 6/c. I passi sono già stati ricordati da F.
T
ESSITORE
,
Per
Eugenio Garin
, in questo «Bollettino» XXXV (2005), p. 6.
103
Gli studi vichiani di Pietro Piovani
, cit., p. 7.
104
Le pagine di Garin (25-28) si leggono nella sezione – dal titolo appunto
Per
l’edizione nazionale di Vico
– del terzo fascicolo del «Bollettino» III (1973), pp. 5-66;
1...,55,56,57,58,59,60,61,62,63,64 66,67,68,69,70,71,72,73,74,75,...256