PENSIERO E VITA CIVILE NELLA NAPOLI VICHIANA DI FINE SETTECENTO
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La fede nella scienza, messa in diretto rapporto con il
bene pub-
blico
, l’analisi del mondo umano dal punto di vista fisico e morale, la
polemica contro l’astratta ragione metafisica e la vana speculazione
collocavano il pensiero di Pagano dentro la cultura del «partito geno-
vesiano»
5
, aggiornato dalla rinnovata fiducia nella vocazione scientifica
della moderna riflessione sulla morale e la politica. Queste risultavano
intimamente correlate in una definizione che l’autore dei
Saggi politici
sembrava trarre dalla lezione di Vico («per natura di cose umane civili
la scuola pubblica de’ principi è la morale de’ popoli»)
6
, quando
osservava: «La morale, che regola l’azioni de’ privati, esser non poteva
punto diversa dalla politica, che è la morale degli Stati» (ivi, p. 12). In
tale contesto, un nuovo significato si attribuiva alla storia umana, non
più successione cronologica e lineare di
forme
ma analisi e compren-
sione dei
fatti
dell’uomo nel suo mondo fisico e morale,
scienza
del-
l’origine e della formazione della società. È il grande tema del rapporto
tra filosofia e storia, della comprensione dei «sani principii della mora-
le e della politica nella storia» che le pagine del 1791 proponevano,
attirando l’attenzione del lettore sugli scritti degli storici moderni:
«Voltaire, Robertson, Hume, Ghibbon, Mablì scrissero da filosofi la
storia e nella storia insegnarono la morale e la politica» (
ibid.
). Un ri-
conoscimento destinato, sul piano teorico, a penetrare nella struttura
V (
Saggio VII
) del 1785 che riproponeva le tesi del
Saggio I
sulla corrispondenza delle
crisi
fisiche a quelle morali, senza prospettare nessuna possibile connessione: «L’ordine
morale accoppiasi sempre al fisico; la catena dell’esterne circostanze va d’accordo collo
sviluppo e col progresso de’ più interni avvenimenti morali; ed uno e costante è il giro ed
il periodo delle cose tutte fisiche e morali, del quale noi abbiamo solo scarse orme, e
incerti vestigi rintracciato finora» (
Sp1
, p. 242). Il brano del 1785 relativo alle «fisiche
vicende» che «ben rarissime volte fanno compiere cotesto perfetto giro» (ivi, p. 241)
veniva eliminato nella seconda edizione e sostituito con un richiamo alla «vita campestre
[…] cotanto a’ Romani cara» (
Sp2
, p. 394). Una prima ricostruzione delle varianti e delle
fonti (con riferimento soprattutto a Locke, Montesquieu, Rousseau, Aristotele e Tacito)
introdotte nel 1791 è in B.
S
ASSO
,
I «Saggi politici» di F. M. Pagano dalla prima alla
seconda edizione
, in «Atti dell’Accademia di Scienze morali e politiche della Società
Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti in Napoli» XCIII (1982), pp. 113-155. Un ag-
giornato e più esteso quadro critico è nella mia
Introduzione
a
De’ Saggi politici di
F
RANCESCO
M
ARIO
P
AGANO
. Volume I…
, cit., pp. XIII-XCIV, cui rinvio anche per una
più ampia discussione sulla letteratura critica, avanzata, in questa sede, solo per cenni.
5
Cfr. F.
V
ENTURI
,
Il movimento riformatore degli illuministi meridionali
, in
«Rivista storica italiana», LXXIV (1962) I, pp. 18 sgg.
6
Cfr. G. V
ICO
,
Sn44
, lib. I, sez. II, Degnità LXIX, in I
D
.,
Opere
, a cura di A.
Battistini, 2 voll., Milano, 1990, vol. I, p. 521.
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