FABRIZIO LOMONACO
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ed
eloquenza
, ricco di motivi e di influenze umanistiche, implica, infat-
ti, un’indiretta, ma ferma critica della rigida ortodossia cartesiana che
può condurre tanto al razionalismo egoistico-utilitario di matrice gianse-
nistica quanto al pragmatismo scettico. In entrambi i casi il rischio è di
favorire il declino dei valori della filosofia politica classico-umanistica,
dei suoi luoghi tematici fondamentali: l’immagine della naturale so-
cievolezza umana d’origine aristotelica e, innanzitutto, il nesso etica-
politica per riflettere sul problema di come volgere la
stultitia
del
vulgus
alla vita associata, alla visione, cioè, del «bene comune».
Nulla è più persuasivo di questa intonazione pedagogico-politica
fortemente sintonizzata sulla lezione del Genovesi. La pubblicazione
di un «opuscolo inedito, e lasciato imperfetto dall’Autore»,
Su i fonda-
menti della Civile Società, o sulle leggi dei Corpi Politici
è parte della
strategia culturale della «Scelta» e dei suoi collaboratori impegnati a
enfatizzare la fonte principale del riformismo meridionale di metà
Settecento. Come nella prima letteratura genovesiana quello della rivi-
sta è il riformatore dai tratti filosofici più marcati, il pensatore che alla
discussione sui temi dell’economia politica premette una densa rifles-
sione sulle condizioni antropologiche della vita sociale e pone al centro
di essa l’uomo con tutti i suoi bisogni e le sue aspirazioni. Lo sguardo
rivoltogli è diretto e realistico, disposto a riconoscere la complicata
azione dei due «istinti» alla società e all’utile proprio, alla
cupidigia
e
alla
socialità
definite, secondo un linguaggio mutuato dalla fisica
newtoniana, come due forze opposte, rispettivamente «centripeta» che
«unisce gli uomini» e «centrifuga» che «dà del moto agli uomini, e ai
corpi politici»
25
, entrambe, però, indispensabili al progresso civile. Con
questo Genovesi il riformismo napoletano impostava un programma di
filosofia politica caratteristico della cultura meridionale, portato a
compimento dalla generazione paganiana: integrare la fisica non solo
con la fisiologia e la medicina, ma con una scienza della società e una
filosofia della storia; dalla
natura
del mondo fisico alla natura e alla
storia dell’uomo. Etica, politica e scienza si conciliavano, diventando
con il concorso della testimonianza storica la
scienza nuova
di fine
Settecento ereditata dal Vico. Contro Hobbes secondo cui la condizio-
25
Considerazioni del ch. Filosofo Antonio Genovesi su i fondamenti della Civile
Società, o sulle leggi dei Corpi Politici. Opuscolo inedito, e lasciato imperfetto dall’Auto-
re,
ivi, n. I (gennaio 1784), articolo I, p. 7. Questa pagina è al centro di un acuto com-
mento di A
JELLO
,
op. cit.
, pp. 39-41.
1...,74,75,76,77,78,79,80,81,82,83 85,86,87,88,89,90,91,92,93,94,...256