PENSIERO E VITA CIVILE NELLA NAPOLI VICHIANA DI FINE SETTECENTO
85
ne naturale dell’uomo è segnata da pure inclinazioni egoistiche e in
sintonia con Shaftesbury circa la tesi della costitutiva inclinazione alla
simpatia
tra gli uomini in azione, Genovesi utilizzava le lezione dello
stoicismo e dei suoi interpreti classici (Cicerone) e moderni (Grozio),
enfatizzando l’inclinazione «ad liberam voluntatem»
26
. Il passaggio del
discorso morale dal piano assiologico a quello storico-antropologico
non approda a conseguenze utilitaristiche, perché è subito rivolto al-
l’autoconservazione della specie che la ragione non stabilisce ma deve
accettare e perseguire come scopo dell’agire umano. L’ideale di «per-
fetta amicizia», conforme all’ispirazione caritatevole della vera etica
della religione cristiana
27
, si afferma come oggetto di scienza, al punto
che il conoscere diventa un’esperienza di «collaborazione» sociale. La
cultura stessa viene intesa non più come uno strumento di contrappo-
sizione dottrinale e di alternativa filosofica al sapere tradizionale ma
quale
forma
di conoscenza rivolta all’azione, una
forma
di pensiero non
teso al sapere contemplativo, perché dedito a fini pratici, all’acquisi-
zione di conoscenze socialmente utili e finalizzate all’elevazione civile e
morale della nazione. Così, le nuove conoscenze e le nuove indagini
sull’economia politica finiscono con l’essere inscritte in una forte ten-
sione civile e morale, finalizzati alla «pubblica felicità»
28
. Questo origi-
nale legame tra filosofia, economia e politica è la cornice in cui vanno
lette le massime di governo economico, tratte dalla letteratura «mer-
cantilistica», rielaborata da Genovesi per proprio conto. Lo testimo-
niano le indicazioni offerte sulle condizioni di vita sociale relative al
«commercio» e alle «arti» alla luce dei più significativi argomenti del
programma genovesiano: l’insicurezza dei «nostri beni» e l’«ineguale
divisione del terreno», «l’ignoranza dell’agricoltura, e la rozzezza delle
arti» e il «ritardamento dell’industria», tutte cause della pericolosa
«spopolazione»
29
. Una diagnosi, questa, tutta fondata sulla centralità
attribuita all’
agricoltura
quale primaria fonte di ricchezza di una nazio-
ne secondo un motivo ben noto alla contemporanea «fisiocrazia» cui
Genovesi conferisce autonoma rielaborazione. La «coltivazione delle
terre» era alla base della «piramide» sociale, di un vero e proprio «cir-
26
A. G
ENOVESI
,
De iure et officiis ad usum tironum. Libri duo,
Neapoli, Ex typo-
graphia Simoniana, 1767, t. I, lib. I, cap. XII, § 17, p. 233.
27
Considerazioni del ch. Filosofo Antonio Genovesi …
, cit., p. 10.
28
I
D
.,
Lettere Accademiche…,
cit., Lettera XI, p. 134.
29
Considerazioni del ch. Filosofo Antonio Genovesi …
, cit., pp. 15, 27, 28, 29, 16.