GLI STUDI VICHIANI DI EUGENIO GARIN
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una ‘storia culturale’ degli studi vichiani, letti ‘attraverso Garin’, ma
anche il tema della più intima vicenda intellettuale dello studioso, che
sappiamo non poco mossa, pure in presenza della costanza di alcuni
interessi problematici di fondo.
In proposito avevo in precedenza dichiarato la scelta programma-
tica di non provare a seguire sistematicamente le posizioni ‘filosofiche’
di Garin lungo la loro complessa traiettoria. E ciò tanto più in ordine
alla prima e poco studiata fase (essa stessa ulteriormente periodizza-
bile) della sua attività: anche caratterizzata in certi momenti dalla forte
venatura ‘spiritualistica’ della declinazione di eminenti esigenze spicca-
tamente ‘morali’, prima che ‘gneoseologiche’, ‘teoriche’ (parlavo del-
l’intensa presenza dello spirito di una religiosa eminenza della morale,
non assorbibile in un’ulteriorità speculativa); esigenze assai difficili da
distinguere dai suoi più sentiti interessi ‘problematico-tematici’.
D’altra parte, più di una sollecitazione poteva veniva ad una simile
scelta. Da un lato quella a lavorare in sede di ricostruzione di una sto-
ria culturale degli studi vichiani, così non omettendo almeno un sinte-
tico confronto con le principali voci coeve, negli anni ’30, dei Nicolini,
De Ruggiero, Corsano, etc. Dall’altro una sollecitazione ‘interna’ veni-
va appunto da consistenti tratti di continuità della metodologia prati-
cata da Garin nella concreta ricerca storiografica in genere, ed in
quella pertinente agli studi vichiani in particolare: con una relativa
continuità dello stesso atteggiamento gariniano verso la cultura, il tem-
po di Vico (in notevole misura anche verso il Settecento).
Nel confermare tale taglio di indagine, occorre però dire che il più
segreto, e forse più rilevante, senso delle novità o degli spostamenti di
impostazione o giudizio intervenuti sui termini in gioco (Vico, ambiente
napoletano, ma insieme pure Rinascimento, scienza moderna, Illumini-
smo, etc.) rischia di sfuggire se conferme o variazioni non vengono oppor-
tunamente anche ricondotte a momenti di una meno esteriore biografia
intellettuale dello studioso. In tal senso l’esorbitante lunghezza di questo
lavoro potrebbe forse essere in parte ‘scusata’ se si intende che in esso,
intrecciato al compito preminente di rendere un profilo analitico degli
studi vichiani di Garin, si configurano due ulteriori movenze di discorso:
‘attraverso gli studi vichiani di Garin’, l’una diretta anche a seguire, sullo
sfondo, svariate direttrici dei più generali studi vichiani, l’altra interessata
a seguire momenti della generale vicenda intellettuale dello studioso.
Anche alla luce di questa dunque possono essere esaminate le
pronunce più rilevanti della complessiva posizione critica di Garin