PENSIERO E VITA CIVILE NELLA NAPOLI VICHIANA DI FINE SETTECENTO
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comparativo, la cui presenza a Napoli documentavano le
conversazioni
massoniche degli inizi del 1792 nella casa in comune di Domenico Bi-
sceglia e Francesco Saverio Salfi
44
. Confrontarsi col testo della
Histoire
philosophique
significava abbandonare i tradizionali schemi di osserva-
zione, fondati sulla successione cronologica. L’esame dei fatti partico-
lari presupponeva la riflessione sul divenire delle società e delle nazio-
ni, innalzate a nuovi oggetti di indagine. L’interpretazione storica ma-
turava nell’articolato orizzonte delle discussioni di storia della civiltà
dal punto di vista sociale ed economico, per rispondere alla complessa
questione del destino della società moderna dinanzi alla drammatica,
ma naturale alternanza ciclica di barbarie e incivilimento. Discussioni
che, al di là delle posizioni politiche conservatrici di Raynal nel perio-
do rivoluzionario, tanto avevano coinvolto i protagonisti dell’illumini-
smo meridionale e giustificato l’eccezionale fortuna della «storia filo-
sofica» negli scritti di Genovesi e Longano, Grimaldi e Filangieri
45
.
La differenza tra modello feudale e ordine statale corrisponde sem-
pre di più alla netta differenziazione tra
diritto
e
privilegio
. Dando in
proprietà gli individui e i diritti personali, il rapporto feudale altera il
naturale
diritto alla proprietà, quale
conquista
di beni in base al princi-
pio delle capacità lavorative individuali
46
. Se la terra è utile all’uomo
non solo per produrre ma per soddisfare i bisogni di chi lavora, la sua
proprietà non può essere gravata da alcuna imposizione. La denuncia
dei comportamenti e delle regole lesive dei vantaggi della proprietà ve-
niva svolta nel 1792 in base al principio di libera iniziativa economica,
difeso dall’avvocato dei poveri presso il Tribunato dell’Ammiragliato
lasso a Venturi e Giarrizzo, da Ferrone a Rao e Villani) cfr. G.
I
MBRUGLIA
,
Rivoluzione
e civilizzazione. Pagano, Montesquieu e il feudalesimo
, in
Poteri. Democrazia. Virtù.
Montesquieu nei movimenti repubblicani all’epoca della Rivoluzione francese
, a cura di
D. Felice, Milano, 2000, pp. 99-122.
44
Cfr. N. N
ICOLINI
,
La spedizione punitiva del Latouche-Tréville (16 dicembre 1792)
ed altri saggi sulla vita politica napoletana alla fine del secolo XVIII
, Firenze, 1939, p. 92.
45
Cfr. G.
I
MBRUGLIA
,
Storia filosofica e l’«Histoire des deux Indes» di Raynal a
Napoli nel secondo Settecento,
in «Prospettive Settanta» XIII (1991) I, pp. 53-75.
46
Specifici riferimenti a queste tematiche introduce il capitolo XXI del
Saggio V,
ap-
parso per la prima volta nella seconda edizione e dedicato all’esame delle «leggi ed usi di-
struttivi della proprietà»: «Come i
stabilimenti feudali
, che danno in proprietà le persone e
i dritti personali, distruggono la libertà civile e le leggi naturali e sociali, così i
dritti proibi-
tivi
annullano la proprietà, la di cui natura porta il far uso delle sue cose come e quanto at-
talenta. […] Una proprietà che distrugge la natura della proprietà, un dritto che annulla il
dritto è un mostro civile e una cosa che nel tempo istesso è e non è» (
Sp2
, pp. 348-349).
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