FABRIZIO LOMONACO
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nel
Ragionamento sulla libertà del commercio del pesce in Napoli,
pubblicato nel 1789 contro l’
assisa
e il
monopolio
, «iniqui dritti proibi-
tivi di vendere», mortificanti l’attività dei pescatori napoletani, di «co-
testi agricoltori del mare» che «di pochi negozianti di pesce vivono
que’ miseri nella vera schiavitù»
47
. È, quella qui rivendicata, la libertà
dai vincoli protezionistici, necessario complemento di quella più ampia
libertà individuale, teorizzata, poi, nei
Saggi
del 1792 contro le illegit-
time prerogative di un potere privato non regolato dalle leggi e, perciò,
non autorizzato a gravare sul
diritto
di proprietà.
Così, il confronto con le diagnosi genovesiane non eludeva la deli-
cata questione circa il rapporto con la ‘classe’ feudale. La sua abolizio-
ne non era stato l’obiettivo finale e fondamentale dei riformatori meri-
dionali che, fiduciosi in una riconversione dei nobili in produttori-in-
vestitori, avevano respinto l’utopia di ogni radicale egalitarismo. Da
qui il compito dello Stato di correggere solo le diseguaglianze socio-
economiche più vistose, non il sistema feudale nel suo complesso ma il
parassitismo sociale e i privilegi irrazionali in grado di rendere la nobil-
tà feudale sfruttatrice e inutile al bene pubblico. E tale lettura non po-
teva non stimolare discussioni e polemiche, suscitando l’attenzione e la
reazione di ambienti politici napoletani se non ostili certo molto tiepidi
nei confronti delle proposte del riformismo. All’incerta frontiera tra ri-
forme e rigenerazione dell’ordine feudale guardava il «moderatismo»
dei collaboratori della «Scelta Miscellanea» negli anni immediatamente
a ridosso dell’istituzione del Supremo Consiglio delle Finanze, nato nel
1782 con il compito, affidato a riformatori del calibro di Filangieri e
Palmieri, di promuovere provvedimenti eversivi della feudalità, di «ri-
formare gli antichi e perniciosi abusi del confuso sistema» esistente, in
modo da «restituire efficacemente l’abbattuto vigore alla Nazione pro-
muovendo i sicuri canali della ricchezza dei sudditi e dello Stato»
48
. In-
crementava il dibattito dal punto di vista giuridico e politico anche
47
Ragionamento sulla libertà del commercio del pesce in Napoli
, diretto al Regio
Tribunale dell’ Ammiragliato e consolato di mare da F
RANCESCO
M
ARIO
P
AGANO
, av-
vocato de’ poveri in esso Tribunale e regio professor di dritto nell’Università napoleta-
na, Napoli, s.e., a novembre 1789, pp. 12, 13, 22, 18. Dopo i noti studi del Solari cfr.
V. M
ARTORANO
,
A proposito del ‘Ragionamento sulla libertà del commercio del pesce a
Napoli’ di F. M. Pagano,
in «L’Acropoli» IV (2003) 6, pp. 748-762.
48
Regolamento per lo stabilimento del Consiglio di Azienda
(Caserta, 19 ottobre
1782), cit. da G. M
ASI
,
L’Azienda pubblica del Regno di Napoli dal 1771 al 1782,
Bari-
Napoli, 1948, p. 128 nota.
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