DE UNIVERSI JURIS UNO PRINCIPIO ET FINE UNO
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Dinanzi a questa ultima prova dell’attività editoriale della Fonda-
zione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani, della quale la «Collectio
Viciana» costituisce la più cospicua oggettivazione, in primo luogo ri-
tengo che ci si debba difendere dal nascondere, per un moto di ecces-
sivo riserbo, un’espressione di soddisfazione per la persistenza e conti-
nuità di un consistente impegno di lavoro, caratteri difficili a rinvenirsi
anche in istituzioni che godono di più floride condizioni di disponibili-
tà. L’opera vigorosa di animatore, oltre che di protagonista, degli studi
vichiani che Piovani ha legato al suo nome, assolutamente meritava che
fosse proseguita con la costanza e il rigore che hanno contraddistinto
tutta la sua attività. È altamente meritorio che in questo spirito, e natu-
ralmente nei limiti delle sue possibilità, la Fondazione continui ad af-
fiancare l’operato del Centro di studi vichiani nel lavoro attorno all’es-
senziale edizione critica delle opere del pensatore napoletano, peraltro
ben estensibile all’edizione di altri protagonisti della cultura del suo
tempo, come il Gravina la cui ristampa dell’edizione del 1713 degli
Originum juris civilis libri tres
nella stessa «Collectio Viciana» ha costi-
tuito la precedente fatica editoriale di Fabrizio Lomonaco. E sappiamo
bene come già nel lontano 1973, proprio in vista del grande lavorio ri-
chiesto dal disegno di quell’edizione delle opere vichiane, fosse auspi-
cio di Eugenio Garin (lo ricordo nella II parte del contributo dedicato
ai suoi studi vichiani che compare in questo stesso «Bollettino»), e in-
sieme di Pietro Piovani, che si cominciasse a disporre di una loro ri-
stampa anastatica, a partire dalla
Scienza nuova
del 1725: auspicio che
fu di lì a non molto meritoriamente esaudito dal Lessico Intellettuale
Europeo diretto da Tullio Gregory, tra le altre importanti iniziative di
interesse vichiano da esso portate a termine.
Ora, dopo le ristampe anastatiche effettuate nel 1991 e nel 2002
della versione del 1730 della
Scienza nuova
, che hanno preceduto il vo-
lume dell’edizione critica curata da Paolo Cristofolini con l’aiuto di
Manuela Sanna, la proposta versione anastatica del
De uno
riveste, mi
pare rivestire un significato ben preciso. Apparsa già una considerevo-
le parte dell’edizione critica degli scritti vichiani, e non molto lontani
ormai da chiudere quella di tutte le tre versioni dell’
opus magnum
(chi
scrive auspica in proposito di concludere in tempi ragionevoli il suo
impegno in proposito), è ora di portare maggiormente l’attenzione sui
testi del
Diritto universale
. Questa bella ristampa anastatica offre ades-