GLI STUDI VICHIANI DI EUGENIO GARIN
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conoscitiva e operativa dell’uomo sulla natura
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. In tal modo la tesi di
una parabola finale del Rinascimento di estenuazione nella
‘pedanteria’ degli
studia humanitatis
, ma anche di estensione del
rinnovamento degli studi nella direzione della ‘natura’, poteva aprirsi
al giudizio di una maggiore intrinseca continuità tra Rinascimento
(unitaria stagione umanistico-rinascimentale, rispetto ad esempio a
Kristeller), Seicento (con la scienza moderna considerata ‘erede’
dell’affermazione ‘umanistica’ della potenza umana sulla natura) e
Settecento (con Vico a suo agio tra presenze o svolte ‘neoumanisti-
che’). Di qui dunque una consentaneità di fondo con la tesi cantimo-
riana di un’unica età umanistica, su cui occorrerà ritornare, anche per
interrogare esiti e implicazioni di questa posizione.
In questa complessiva direzione si dispongono gli interessi e gli
interventi di interesse vichiano, nella stagione degli anni ’50-’70. Essi si
possono seguire lungo le linee: dell’interesse, innanzitutto metodologi-
co, degli apporti eruditi alla conoscenza della cultura meridionale;
degli apporti ai quadri critici generali entro cui si colloca Vico; degli
apporti che vengono dalle pagine a lui espressamente dedicate. Ma pri-
ma ancora è da esaminare il saggio poco su citato su
Cartesio e l’Italia
.
Un saggio apparso nel 1950, si è detto, cioè in anni di uno snodo anco-
ra particolarmente complesso della meditazione gariniana, tra ‘rico-
minciamenti’ interpretativi della stagione umanistico-rinascimentale (il
saggio
Umanesimo e Rinascimento
è del 1949, si è visto) e istanze pecu-
liarmente ‘spiritualistiche’ ancora vive. Un saggio nel quale Cartesio è
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Il saggio
Umanesimo e Rinascimento
uscì in
Questioni e correnti di storia lettera-
ria. Problemi e orientamenti critici di lingua e letteratura italiana
(diretti da A. Momi-
gliano, vol. III, Milano, 1949, pp. 350-404). Di recente esso è stato esaminato – oppor-
tunamente congiungendolo agli interventi che di lì a qualche anno seguirono di Delio
Cantimori (
La periodizzazione dell’età del Rinascimento
) e di Carlo Dionisiotti
(
Discorso sull’Umanesimo italiano
) – da C. V
ASOLI
,
Note sulla discussione critica del
concetto di Rinascimento nella cultura italiana dell’immediato secondo dopoguerra
, in
Filosofia, storia, letteratura. Scritti in onore di Fulvio Tessitore
, a cura di G. Cacciatore,
D. Conte, F. Lomonaco, E. Massimilla, Roma, 2007, pp. 186-195. Sul punto della mar-
cata valorizzazione – compiuta da Garin negli anni ’50-’60, rispetto a talune preceden-
ti posizioni – dell’intervento umano nella vita civile, ma anche sulla natura, nella dire-
zione del mondo della scienza moderna, nel chiudere questa pagine sono stato confor-
tato dalla lettura del bel saggio di Michele Ciliberto:
Eugenio Garin interprete del Ri-
nascimento
, da lui amichevolmente messomi a disposizione prima della sua pubblica-
zione sulla «Rivista di filosofia», che sul tema riprende e approfondisce indicazioni
precedenti entro la delineazione di un’attesa ‘biografia intellettuale’ di Garin.
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