RECENSIONI
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mente, di trovarsi di fronte a «une véritable lecture de Vico» (p. 23), a un’au-
tentica lettura filosofica. Che rigetta inizialmente, come priva di valore fon-
dante, la concezione ciclica della storia, quella formulazione dei
corsi
e ricorsi
che tanta fortuna ha attribuito alla teoria vichiana e che, ripudiata dalla tradu-
zione di Michelet, ha condizionato sensibilmente la lettura francese di Vico.
La Menasseyre è costretta a chiedersi quale vantaggio possa aver tratto So-
rel dallo studio di un Vico così evidentemente contro-modello di quella posi-
zione che il francese cercava di elaborare, alla luce di Marx, sul tema dell’ana-
lisi storica e del movimento storico; in altri termini, cos’è veramente che viene
messo in gioco nella critica soreliana della storia ideale eterna disegnata da
Vico? Prima di tutto, l’opposizione Platone-Aristotele e l’autoattribuzione di
discendenza diretta dalla posizione filosofica dello stagirita, dalla cui linea di
pensiero poté venir fuori la filosofia di Marx. Contro Platone, Sorel esplicita-
mente dichiara che la concezione materialista della storia non ha alcun valore
se non viene completamente depurata da qualsivoglia principio idealista: «si
la
Science nouvelle
» – precisa la Menasseyre – «se rédusait, pourtant, à une
théologie de l’histoire, Sorel n’aurait sans doute pas consacré une étude en-
tière à son auteur» (p. 41). Il forte interesse soreliano per la costruzione della
storia da parte dell’uomo non lo costringe a nascondere a se stesso prima che
agli altri il forte legame con la tematica della storia ideale eterna, nella certez-
za che il modello metafisico vichiano, da lui considerato fragile e incerto, trovi
completa soddisfazione e modificazione nel cambiamento di prospettiva indi-
cato dalla metafisica marxista: «de même que la science a supprimé le fina-
lisme dans la nature, le matérialisme historique a fait disparaître la grande an-
tinomie qui embarassait Vico […]. L’histoire idéale a péri, ensevelie par le
développement des recherches historiques; elle ne constitue plus qu’un sou-
venir; mais le problème éthique, dont elle donnait une solution jugée jadis si
simple et si satisfaisante, reste entier et ne peut pas être laissé de coté comme
une vieillerie» (pp. 100-101).
Sorel legge Vico con la premura di dare risposta e soluzione a quello che,
parlando con Croce, lui stesso definì come la più grande preoccupazione della
sua vita, vale a dire la genesi storica della morale. La
Scienza nuova
può effet-
tivamente rivelarsi molto utile al progetto dell’autore francese prima di tutto
per un affrancamento deciso dallo schema della storia ideale attraverso leggi
della moderna psicologia, nella consapevolezza che le idee nascono necessa-
riamente dalla pratica – quella che Sorel chiama la «loi idéogénetique de Vi-
co» –, che permette di ipotizzare un vero e proprio ruolo storico del proleta-
riato. La Menasseyre dedica passi molto acuti ed esperti alla trasfigurazione di
prospettiva di una lettura vichiana condotta attraverso Marx e con il sostegno