RECENSIONI
181
chiave ‘funzionalistica’ e, soprattutto, sono significative le voci di quel ‘kan-
tismo eterodosso’ che Martirano riprende occhieggiando a note tesi dello ‘sto-
ricismo critico’ di Fulvio Tessitore, ritornando sulla linea Vico-Kant-Goethe-
Herder e Humboldt (pp. 145-146), unita dalla centralità del discorso sul co-
noscere simbolico nel suo «carattere formale-trascendentale» (p. 147). Una
nuova
filosofia
e una nuova cultura della filosofia delle
forme simboliche
che
con Cassirer entra a pieno titolo nel dibattito degli anni Venti sull’uomo e la
sua vita, sul
medium
della forma e sull’aporetica definizione di
forma
(pp.
148, 149). Da tale prospettiva si dipartono altre interessanti posizioni, incen-
trate, nella ricostruzione del Martirano, sulla crisi della teoria della conoscen-
za e sulla sua progressiva sostituzione con una teoria della vita che, alternativa
alla impostazione heideggeriana, sviluppi un progetto di antropologia filosofi-
ca nel suo significato di ermeneutica della vita (Pessner) da cui si distinguono
le posizioni di Scheler e Gehelen (più interessate a comparare la vita dell’uo-
mo con altre forme di vita organica, pp. 150, 151). Alla considerazione del-
l’ermeneutica come filosofia – che con l’analitica esistenziale si pone quale
«ermeneutica della fatticità» – sono dedicate le pagine della critica heidegge-
riana a Husserl, avvicinata dagli sviluppi in senso «costruttivistico» delle posi-
zioni di Gadamer, ricche di spunti vichiani e di un’originale lettura del prin-
cipio della convertibilità del principio fondato sull’apertura a un circolo del
«comprendere condizionato fattivamente e storicamente» (p. 157). Con ap-
proccio al piano più direttamente sociale l’A. non manca di includere nella
sua ricognizione le riflessioni di Habermas che si articolano in problemi di
prassi politica e teoria critica della società, privilegiando storicamente il
confronto Vico-Hobbes proprio sul tema del
verum-factum
(pp. 159-160). E
al filosofo tedesco contemporaneo ritornano le analisi incentrate sulla scienza
linguistica contemporanea dopo il Wittgenstein del
Tractatus
(«la verità di
una proposizione […] è un fatto del mondo», p. 161) e gli sviluppi della
scienza linguistica in direzione pragmatica (con Austin e Searle), per conside-
rare il linguaggio nella duplice dimensione «constatativa/preposizionale e per-
formativa/assertiva» (pp. 164-165) all’interno delle più recenti tesi dell’episte-
mologia «costruttivistica» (von Glasersfeld) che, partita da un ideale di cono-
scenza come processo attivo di costruzione della realtà, non ha mancato di ri-
ferirsi a Vico per porre al centro della riflessione contemporanea il «ruolo dei
contesti storico-sociali e delle categorie socialmente condivise» (pp. 165, 166).
A tal proposito si avvicinano le considerazioni conclusive – raggiunte con la
guida della Arendt – sulla trasformazione dell’
homo faber
in
homo laborans
,
introducendo al tema novecentesco della
responsabilità
che consente a Marti-
rano di riferire le note posizioni di Jonas e quelle del Piovani dei
Principi di
1...,171,172,173,174,175,176,177,178,179,180 182,183,184,185,186,187,188,189,190,191,...484