RECENSIONI
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non si ha senza immaginazione, ne segue che neppure esso esisterà indipen-
dentemente dal corpo» (p. 290).
L’A. sottolinea la fortissima originalità nell’ambito del pensiero Sei-Sette-
centesco del concetto di
fantasia
in Vico, nel senso che a questa il filosofo na-
poletano attribuiva capacità conoscitive (cosa che veniva negata dal pur gran-
de Muratori). Dopo articolato e utilissimo studio di posizioni recenti, Sanna
conclude: «è evidente […] che la categoria vichiana dell’Immaginativa costi-
tuisca una formidabile prospettiva di conoscenza
ingenita’ per l’uomo. E che
questa teoria della formazione dell’immagine non trova riscontri nella filosofia
contemporanea a Vico» (pp. 294-295).
Stefania De Toma (
Vico e la retorica. In margine a tre studi vichiani
, pp. 297-
309) «dialoga con taluni libri intorno a Vico e la retorica per ribadire l’im-
portanza dell’arte sermocinale nel pensiero di chi ne fu docente per un qua-
rantennio» (Battistini,
Introduzione,
p. 25).
Importante il saggio di Augusto Ponzio,
Origine e funzionamento del par-
lare: il contributo di G. Vico
(311-340)
,
che segnala nella «logica poetica» di Vi-
co «un importante punto di avvio quando si voglia […]
spiegare teoricamente
sia la presenza, sia il funzionamento del pensiero associativo-metaforico nella
formazione dei concetti» (p. 317). L’A. aveva già mostrato che, con «Vico, si
chiarisce una volta per tutte che la metafora non è riducibile a una figura retori-
ca, mero rivestimento decorativo rispetto al ‘nucleo del significato’, al presunto
significato ‘semplice e letterale’. Essa si presenta come il luogo stesso della ge-
nerazione del senso» (p. 316). E il Ponzio, pp. 317-318, fa opportuni riferimenti
al
Traité des Tropes
(1730) del Du Marsais dove si legge che «non vi è nulla di
più naturale, ordinario e comune, nel linguaggio umano, delle figure» (p. 317) e
prosegue col riferirsi a considerazioni di Rousseau sui tropi.
Ponzio fa delle osservazioni importanti in direzione dell’attualità, ricavan-
do dalla nozione vichiana della «logica poetica» un’alternativa «al modello
chomskiano, alla ‘linguistica cartesiana’» in concordanza «con le attuali ricer-
che della linguistica cognitiva e della neuropsicologia» (p. 320). E sulla scia di
Sebeok e di Peirce, Ponzio vede le teorie linguistiche di Vico capaci di stu-
diare in profondità il funzionamento della mente umana.
Elvio Guagnini (
Vico: la forma dell’autobiografia
, pp. 341-355) dedica il suo
saggio all’
Autobiografia
di Vico, ricordandone, tra l’altro, la genesi e avviando
un confronto con autobiografie dell’epoca.
Pasquale Guaragnella, in
Note su riso e malinconia nelle
Vici Vindiciae
(357-374), parte dalla severa critica al riso e ai derisori che Vico fa nei con-
fronti dei suoi avversari, in particolare l’ «ignotus erro», che ha ispirato ai
Giornalisti degli
Acta Lipsiensia
una recensione negativa della
Scienza nuova
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