RECENSIONI
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del 1725. L’«ignotus erro» è un corrispondente napoletano degli «Acta», il
Capasso o, addirittura, Pietro Giannone. Lo studio di Guaragnella ribadisce
l’autoritratto che risulta dall’
Autobiografia
vichiana di un uomo melanconico
e grave, incapace di riso, riso che anche sul piano teorico il Filosofo combatte
nelle
Vindiciae.
Interessante il raffronto che l’A. istituisce con la posizione di
Galilei di autodifesa nei confronti delle calunnie di Baldassar Capra.
Il lavoro di Paolo Cristofolini (
Da Dante a Omero, da Gravina a Vico
, pp. 375-
382) rappresenta un’efficacissima sintesi dello stato attuale del problema.
Concordo totalmente con tutte le affermazioni espresse nel saggio, che ho let-
to e postillato con vivo interesse e partecipazione, essendomi già io occupata
dei rapporti tra Gravina e Vico in merito al rapporto Dante-Omero e alla
questione della lingua nel mio libro del 2003
Gravina e l’universo dantesco
edito presso l’editore Guida nella collana del Centro di Studi Vichiani (ora
ISPF). Non potendo, per ragioni di spazio, soffermarmi sui singoli passaggi
del saggio di Cristofolini, mi permetto di rinviare, per un’idea della mia posi-
zione (perfettamente in sintonia con quelle espresse dallo studioso nel saggio
che qui si recensisce) sull’argomento, a quanto scrissi nel mio libro. Di que-
st’ultimo, in particolare, si confrontino le pp. 74, 113, 123, 126, 135, 149 (in
particolare nota 526), 168-175 (cfr. anche la nota 629 a p. 175). Avevo già
espresso tali acquisizioni in un mio saggio edito nel 2002.
Marcello Montanari si occupa de
La teoria delle forme di governo nella
Scienza Nuova
di Vico
(pp. 383-396). Come sottolinea Battistini nella sua
In-
troduzione,
«è proprio grazie alla visione ciclica della storia se queste [le
forme di governo] si flettono, consentendo alle nazioni di ‘salvarne gli avanzi
dentro le solitudini, donde, qual fenice, nuovamente risurgano’, sanando, sia
pure a caro prezzo, la patologia della ‘barbarie della riflessione’, qui studiata,
a integrazione dei concetti di ‘Provvidenza’ e di ‘ricorso’, da Jószef Nagy» (p.
26), in
Aspetti linguistici della ‘barbarie della riflessione’
(pp. 429-444).
Fortemente innovativo e di grande chiarezza espositiva è il contributo di
Stefania Sini (
Dalla
formola
alla
fictio:
osservazioni sui primi discorsi di ri-uso nel-
l’opera di Vico
, pp. 397-428). La stretta connessione nelle opere di Vico (non
soltanto nella
Scienza nuova
del 1744 ma anche negli scritti precedenti, in par-
ticolare il
Diritto universale
) tra il diritto, la religione, la poesia viene studiata
dall’A. dal punto di vista del «ri-uso», seguendo un affascinante percorso dal-
la rigidità della
formola,
propria della mentalità arcaica, specialmente in campo
normativo, alla flessibilità indotta della
fictio,
in particolare nel campo giuridico.
L’A. parte dalla distinzione tra «discorso di consumo» e «discorso di ri-uso» (p.
397) posto da Lausberg e dai tre tipi del riuso fissati dallo stesso studioso. Sini
fa notare la labilità del discrimine tra i tipi fondamentali del discorso del ri-uso