ARCHIVIO VICHIANO
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CXI. Il Certo delle Leggi è un’oscurezza della Ragione unicamente sostenuta
dall’Autorità; che le ci fa sperimentare dure nel praticarle; e siamo necessitati
praticarle per lo dir lor Certo, che in buon latino significa particolarizzato, o,
come le Scuole dicono, individuato; nel qual senso
certum
e
commune
con
troppa latina eleganza son opposti tra loro (
ibid.
).
CXI. Questa Degnità con le due seguenti diffinizioni, costituiscono il
Principio della Ragion Stretta; della qual è regola l’Equità Civile; al cui Certo,
o sia alla determinata particolarità delle cui parole, i barbari d’idee particolari
naturalmente s’acquetano, e tale stimano il diritto che lor si debba: onde ciò
che in tali casi Ulpiano dice –
lex dura est, sed scripta est –
tu diresti con più
bellezza latina e con maggior eleganza legale:
lex dura est, sed certa est
(
ibid.
).
[DÈ PRINCIPJ (p. 79)]
19. [Omesso dal Curatore]
20. La nuova originale (?) scienza (
Nowa oryginalna
[?]
scientia
[?])
Quindi per questa Ricerca si dee far conto come se non vi fussero Libri nel
Mondo (p. 80).
21. Principi metodologici della scienza di Vico (
Za
¡
o
ø
enia metodologiczne
nauki Vica
)
Ma, in tal densa notte di tenebre, ond’è coverta la prima da noi lontanissima
Antichità, apparisce questo lume eterno, che non tramonta, di questa Verità,
la quale non si può a patto alcuno chiamar in dubbio, che questo Mondo
Civile egli certamente è stato fatto dagli uomini: onde se ne possono, perché
se ne debbono, ritrovare i Principj dentro le modificazioni della nostra mede-
sima mente umana. Lo che a chiunque vi rifletta, dee recar maraviglia, come
tutti i Filosofi seriosamente si studiarono di conseguire la Scienza di questo
Mondo Naturale; del quale, perché Iddio egli il fece, esso solo ne ha la
scienza; e trascurarono di meditare su questo Mondo delle Nazioni, o sia
Mondo Civile, del quale, perché l’avevano fatto gli uomini, ne potevano
conseguire la Scienza gli uomini: il quale stravagante effetto è provenuto da
quella miseria, la qual avvertimmo nelle
Degnità,
della Mente Umana; la quale
restata immersa e seppellita nel corpo, è naturalmente inchinata a sentire le
cose del corpo, e dee usare troppo sforzo e fatiga per intendere se medesima;
come l’occhio corporale che vede tutti gli obietti fuori di sè, ed ha dello spec-
chio bisogno per vedere se stesso (
ibid.
).
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