AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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14. G
UIDO
DE
O
LIVEIRA
Humberto,
O Tempo e a História como Elaborações
de Memória. G. Vico e a História das Idé-
ias Humanas
, in
Tempo e História no pen-
samento ocidental
, a cura di H. Guido -
L. F. N. de Andrade - S. Sahd, Ijuí, Uni-
juí, 2006, pp. 37-52.
In avvio di riflessione l’A. prende lo
spunto dai due principali scopi della
Scienza nuova
1744 («afirmar a natureza
civil» quale autentica condizione dell’uo-
mo e «confirmar que esiste direito no
estrado de natureza», p. 37), per discute-
re sullo statuto metodologico della «nuo-
va scienza» e documentare le riserve cri-
tiche intorno al cartesianesimo che op-
portunamente Guido distingue dalla filo-
sofia di Descartes (p. 38). I criteri di una
«ciência mecânica» sono opposti a quelli
che si richiamano al mito e alle forme di
«rammemorazione», tipiche della menta-
lità primitiva e di quell’originario mondo
naturale in cui è fortemente esaltata
l’umana creatività (p. 40). In tale ambito
si colloca il rispetto vichiano per la ma-
tematica che, a differenza di ciò che ac-
cade nel
Discorso sul metodo
di Des-
cartes, perde «a imagem divina» (
ibid
.) e
contribuisce alla riabilitazione della me-
moria, «presentando-a como a responsá-
vel pel permanência da sociedade huma-
na nos domínios da História» (p. 41). Da
qui il riconoscimento della specifica fun-
zione da attribuire alla moderna scienza
sociale che si distingue dalla Geometria,
perché priva di quel senso critico che
può mettere in discussione il mondo na-
turale (p. 43): «A nova arte crítica tem
funç
ā
o metodológica, pois o seu proce-
dimento exige a associaç
ā
o da postura
científica com a atitude filosófica. Ainda
nos procedimentos, a arte crítica ad-
dentra os domínios da Filologia e da Fi-
losofia» (
ibid
.). Per tutto ciò Vico scopre
la scienza sociale come «a filosofia da
autoridade» (
ibid
.), non astratta, attenta
a distinguersi dal linguaggio formale ma-
tematico (articiale); una filosofia del
«mundo social» che ha un suo coerente
linguaggio, quello della «memoria», che
per Vico – osserva bene Guido – è «a
mentalidade comun da humanidade que
promuove a imanência do passado no
presente, preservando os valores socialis
qui sustentam a sociedade humana, assim
como os mitos gregos sustentaram por
um determinado período, a sua socieda-
de» (p. 45). Ineludibile è la centralità
dell’analisi del mito, che consente di
comprendere il modo d’operare della
ratio
barbara nel «labirinto da ima-
ginc
ā
o» (p. 49), riflesso dell’interesse vi-
chiano per la storia che, a giudizio di
Guido, sembra riscuotere più successo
quando si rivela «História Universal, re-
correndo às diversas histórias particula-
res» (
ibid
.). Perciò della filosofia vichiana
non può darsi tanto quel profilo da filo-
sofia della storia che pure c’è, ma bi-
sogna riconoscere le tracce di una mo-
derna «história das idéias humanas» (p.
50) cui si accede alla luce di tutte le espe-
rienze di didattica e di scienza maturate
intorno al linguaggio.
[F. L.]
15. G
UTIÉRREZ
Alejandro,
Dalla crea-
zione alla formazione: i limiti dell’idea di
umanità a partire da una filosofia erme-
neutica in Giambattista Vico
, in
Erme-
neutica tra Europa e America latina
, a
cura di G. Cacciatore - P. Colonnello - S.
Santasilia, Roma, Armando, 2008, pp.
157-178.
Di fronte al senso di smarrimento
provocato da una idea d’umanità che ai
giorni nostri si «esaurisce in una raziona-
lità strumentale e in un liberismo radicale