AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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Italiennes» LI (2005) 1-2 (fascicolo
monografico a cura di P. Girard e D.
Luglio), pp. 3-121.
Questo numero monografico della
rivista diretta da François Livi e Claude
Perrus, stampato in realtà agli inizi del
2007, raccoglie gli atti dell’omonimo
convegno organizzato a Parigi nel giugno
2005 dalla scuola di dottorato «Littératu-
re et culture italienne» della Sorbona e
dal CERPHI di Lione. Come sottolinea-
no Pierre Girard, Davide Luglio e Ma-
nuela Sanna nell’introduzione al fascico-
lo, l’iniziativa nasce dalla costatazione di
un rinnovamento degli studi vichiani in
Francia nell’ultimo decennio, dalla vo-
lontà di tracciarne un primo bilancio e al
tempo stesso di alimentarlo attraverso un
consolidamento dei legami con i Centri di
studi italiani (ISPF, Scuola Normale di
Pisa), e infine dall’interrogativo più gene-
rale sull’esistenza o meno di una peculiare
‘lettura francese’ di Vico a partire dalla
sua riscoperta ad opera di Michelet, il cui
nome non a caso ricorre in quasi tutti gli
interventi. Altro riferimento pressoché
costante è quello a Cartesio, e in effetti il
titolo del volume appare per certi versi
limitativo rispetto all’ampiezza delle acce-
zioni in cui viene affrontato il tema dei
rapporti fra Vico e la Francia, da molti
autori declinato non tanto dal punto di
vista della fortuna del pensiero vichiano
quanto da quello della sua formazione.
Nella prima prospettiva si colloca un
nucleo di saggi aperto dalla rassegna cri-
tica degli studi recenti tracciata da Pierre
Girard:
Vico en France (1995-2005).
Quelques interprétations critiques
(pp. 9-
22)
.
L’
excursus
prende le mosse dal con-
vegno organizzato nel 1995 da Bruno
Pinchard (i cui atti sono apparsi nel vo-
lume:
Recherches sur la pensée de Giam-
battista Vico
, textes réunis par P. Girard
et O. Remaud, Paris, 2002), che ha offer-
to un quadro a luci ed ombre sulla situa-
zione degli studi vichiani in Francia e ha
rappresentato appunto «le point de
départ» di una nuova stagione di studi,
concretizzatasi in numerosi incontri e in
importanti pubblicazioni di studi origi-
nali e di traduzioni, fra cui spicca quella
della
Scienza nuova
ad opera di Alain
Pons che emancipa finalmente il lettore
francofono dai condizionamenti della
rilettura micheletiana. A partire dall’in-
dividuazione di alcuni aspetti chiave su
cui si è concentrato il dibattito internazi-
onale più recente su Vico (i suoi rapporti
con specifiche tradizioni culturali, le ge-
rarchie di testi e temi interne al suo
corpus
,
gli aspetti retorici e linguistici della sua
scrittura) Girard si concentra sull’analisi
dei lavori dello stesso Pons, di Bruno Pin-
chard, Davide Luglio e Olivier Remaud
per concludere che la varietà delle rispet-
tive posizioni non rimanda a un’«identité
propre aux interprétations de Vico en
France» (p. 22), bensì a un pieno inseri-
mento nel contesto internazionale.
L’assenza dagli atti dell’intervento di
Anne-Sophie Menasseyre sulla fortuna di
Vico in Francia fra XIX e XX secolo e
sull’opera di Sorel (di cui la studiosa ha
recentemente edito l’
Étude sur Vico
) ren-
de più brusco di quanto non fosse nel
programma originario del Convegno il
salto che separa la rassegna di Girard
dallo studio di Philippe Simon su
L’ima-
ge moyenne de Vico en France au XIX
e
siècle
(pp. 23-24). Simon non si concen-
tra sul panorama degli studi specialistici,
bensì sull’immagine di Vico che enciclo-
pedie, dizionari e altri strumenti di di-
vulgazione a carattere compilativo pro-
posero «au public plus large des brugeois
cultivés, des professeurs, des ecclésiasti-
ques» (p. 23). Il percorso è fortemente
segnato dall’avvio, ossia dalla prima ‘vo-
ce’ dedicata a Vico in un’opera del gene-
re: quella redatta da Michelet nel 1827
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