AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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per la
Biographie universelle
di Michaud,
che riservava al filosofo napoletano uno
spazio eccezionalmente ampio, ne pro-
poneva una lettura parziale e fortemente
entusiasta e inaugurava una struttura tri-
partita (biografia di Vico, analisi della
Scienza nuova
, bibliografia critica) che
sarebbe stata ripresa dalle voci successive
a partire da quella violentemente critica
dell’abate Roux, pubblicata nel 1838
nell’
Encyclopédie du XIX
e
siècle
. In segui-
to, nelle grandi enciclopedie come pure
nelle compilazioni più sintetiche, le posi-
zioni si attenuano, mentre si riduce lo
spazio accordato a Vico, che continua
tuttavia a figurare fra gli italiani di ‘se-
condo rango’; le informazioni tendono a
ripetersi e ad appiattirsi su alcuni aspetti
parziali e stereotipati – innanzitutto la
teoria dell’evoluzione ciclica del mondo
– e si consolidano le riserve critiche sul
sistema proposto nella
Scienza nuova
.
Il ruolo di Vico negli sviluppi della
riflessione filosofica in Francia è ancora
al centro del contributo di Baldine Saint
Girons su
Vico et l’esthétique française
(pp. 89-98). Partendo dalla tesi di Croce
che attribuisce a Vico la scoperta del-
l’estetica come scienza, e dai paradossi
che essa comporta riguardo ai rapporti
fra l’estetica e la filosofia del sublime,
l’A. si interroga sui difficili percorsi della
parola ‘estetica’ e della disciplina corri-
spondente in Francia. Sebbene gli esordi
dell’estetica francese siano avvenuti con-
temporaneamente e in ambienti contigui
rispetto alla recezione di Vico da parte di
Cousin e del circolo del «Globe», essi
non hanno tenuto conto del ruolo cen-
trale che il tema (e la pratica) della poesia
riveste nell’opera del filosofo napoletano,
confinata, sulla scia di Michelet, nell’am-
bito della filosofia della storia; corrispon-
dentemente, quella che si è affermata
nella filosofia francese è una «conception
très étroite de l’esthétique […] comme
théorie de la modernité et comme critique
des arts plastiques et musicaux, bien da-
vantage que comme histoire de la sensibi-
lité ou théorie comparée des arts et de leur
évolution» (p. 92). Più che dalla riflessio-
ne filosofica sull’opera di Vico, l’estetica
francese sarebbe stata influenzata dall’ela-
borazione di temi vichiani da parte di poe-
ti come Baudelaire, Valery e Ponge.
All’influenza del pensiero vichiano in
altri due dei grandi campi filosofici al cui
incrocio si situa la
Scienza nuova
, vale a
dire la politica e la retorica, sono dedicati i
contributi di Ninon Grangé (
Modèles de
la guerre, concept de la cité chez Giambat-
tista Vico
) e di Sylvianne Leoni (
Vico et
l’ancienne topique
). Al contrario del prece-
dente, cui sono avvicinabili per l’approc-
cio tematico, questi ultimi assumono come
oggetto il pensiero stesso di Vico piuttosto
che le sue interpretazioni francesi. Il sag-
gio di Grangé (pp. 99-110) esamina lo svi-
luppo del pensiero politico di Vico attra-
verso la
Scienza nuova
del ’44 (con qual-
che rimando alle
Orazioni inaugurali
e al
Diritto universale
) dal punto di vista della
sua riflessione «complexe et parfois
inextricable» sulla guerra e su «son rôle
fondateur pour l’histoire de la cité et la
nature commune des nations» (p. 99). Al
di là di un apparente allineamento alla
dicotomia classica fra guerra esterna/giu-
sta e guerra civile/ingiusta, l’analisi dell’A.
evidenzia un più complesso rapporto fra
storia, politica e società la cui chiave è in-
dicata nel principio di ignoranza e cono-
scenza reciproca. Il ruolo che nella tratta-
zione vichiana assume il tema dei famoli
conduce infatti a una «représentation éter-
nelle de la cité comme interdépendante
puis indépendante, comme nourissant
elle-même la partie qui va être étrangere et
donc ennemie» (p. 109).
Dal canto suo, Leoni (pp. 111-122)
esamina la specificità della nozione di
topica
in Vico al termine di un percorso
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