In una certa misura connesso a tale compito, sarebbe poi quello di
seguire un discorso che riguardi, per così dire, non ‘Il Mediterraneo in
Vico’, ma ‘Vico nel Mediterraneo’: un discorso cioè circa la possibile
collocazione del pensatore meridionale in larghissime tradizioni di pen-
siero, di civiltà, che sarebbero proprie dell’area mediterranea, del suo
carattere ‘temperato’, del suo segno ‘meridiano’, etc. Ma si tratta di un
tipo di discorso sul quale – ad averne tempo – sarebbe utile interveni-
re soprattutto, mostrandone i notevoli rischi, per richiamare in gioco la
pur interessante storia, e fenomenologia, del ‘mito del Mediterraneo’
3
.
Una storia da tenere presente accanto alla ben più significativa storia
della riflessione sulla
Eigenart
, sulla peculiare individualità, in primo
luogo ‘identità culturale’ (che non è l’‘essenza’), del Mediterraneo, in
una vicenda teorica oltre che storiografica che ha annoverato svariate
voci importanti (nel Novecento da Philippson a Braudel, per dire sol-
tanto di nomi che dovrebbe essere superfluo rammentare)
4
. O una sto-
SPAZI E TEMPI DEL MEDITERRANEO NELLA STORIA VICHIANA DELLA CIVILTÀ
9
na circa la storia delle sette filosofiche, etc.) rinvio per brevità ad un mio lavoro:
La tra-
dizione filosofica meridionale
, in
Storia del Mezzogiorno
, vol. X, t. III, Napoli, 1992, pp.
17-127 (in partic. pp. 26 sgg.). Il tema della ‘antichissima sapienza italica’ è stato affron-
tato sistematicamente da Paolo Casini, il quale ha inteso evidenziarne, per quanto attie-
ne a Vico, i non indifferenti caratteri di angustia teorica, e anche gli elementi di relativa
persistenza, nel più generale quadro dell’agire di un’«iniziazione pitagorica», platoniz-
zante-ermetica, del suo pensiero: cfr. P. C
ASINI
,
L’iniziazione pitagorica di Vico
, in
«Rivista di storia della filosofia» LI (1996), pp. 865-888, e poi l’organico lavoro
L’antica
sapienza italica. Cronistoria di un mito
, Bologna, 1998, in partic. pp. 182-196.
3
Pur non aderendo ad arrischiate vedute, quale quella del guardare a Vico «come al
pensatore mediterraneo che ‘la sa più lunga’ del pensiero continentale (non mediterra-
neo)», non sfugge alle insidie del tema, confuso nella sua stessa costituzione, G. P
RESTI
-
PINO
,
Memorie mediterranee in Vico e nella sua eredità meridionale
, nel volume collet-
taneo
Mediterraneo e cultura europea
, Soveria Mannelli, 2003 (per le parole citate p. 62).
L’autore era già intervenuto sull’argomento più concisamente:
Sulle fonti e sulla fortuna
di Vico pensatore mediterraneo
, in «Critica marxista», 2002, V-VI, pp. 80-90. Nel volume
che si è citato non mancano contributi più convincenti, sui quali non mi soffermo.
4
La nozione di ‘Eigenart’ richiama appunto il titolo della nota opera di A.
P
HILIPPSON
,
Das Mittelmeergebiet. Seine geographische un kulturelle Eigenart
, Leipzig,
1904. Mi guardo bene anche dall’avviare soltanto uno sguardo sulla vastissima letteratu-
ra che investe il fascinoso tema dell’‘identità mediterranea’, dell’‘idea’ stessa di Mediter-
raneo, e dal richiamare le principali discussioni e più solide acquisizioni sulla materia:
che pure spesso sarebbe opportuno tenere presente esaminando le vedute di Vico.
Questi chiaramente appartiene ad un tempo nel quale ancora non si è prodotto uno
sforzo di elaborazione organica di un’‘idea’, di un’‘essenza’, del Mediterraneo, di un
«mondo mediterraneo» e di una «storia mediterranea», nonché di una «storia dell’idea
mediterranea». Sono nozioni ed espressioni, queste ultime, ben più tardi divenute più o