rilevanti di nuovi generi di pensiero e di scrittura impegnati nella
ricostruzione della storia universale della civiltà, o (che non è lo stesso)
delle civiltà. Richiederebbe un non breve discorso, qui improponibile,
una pur sintetica chiarificazione dei caratteri di novità e fertilità del-
l’impresa vichiana. Ma qualche cenno può essere opportuno agli inizi
di questo contributo.
Di quei caratteri va riconosciuta e approfondita la stretta congiun-
zione con tratti ‘tradizionali’, quali l’intento di tenere assieme, su di un
saldo fondamento metafisico-teologico, storia sacra e storia profana, o
l’accanita difesa della teoria dell’origine monogenetica di tutte le stir-
pi, nazioni, umane, entro un quadro cronologico ortodosso, etc.
Ma quei caratteri di marcata o assoluta originalità sono indubitabi-
li e spiccano nella comparazione con i più diversi paradigmi di generi
di scrittura coevi e anche successivi. Essi riguardano in primo luogo il
piano epistemico: e qui l’energia dell’ambizione ‘dimostrativa’ del pen-
siero vichiano appare insuperata anche dalle prove più accorte della
meditazione storica europea settecentesca rette dalla chiave eminente-
mente ‘ipotetica’, ‘congetturale’, dell’approccio all’interpretazione e
narrazione storica. Quei caratteri attengono poi, innanzitutto, all’inedi-
ta conquista di una concezione genetica, ‘storicizzante’ (ma anche ido-
nea a riconoscere costanti ‘strutturali’) in primo luogo della costituzio-
ne antropologica dell’umano, e quindi di tutte le sue forme storiche.
Ma quei caratteri concernono anche una considerazione totale e asso-
lutamente unitaria (sulla base dei princìpi teorici guadagnati) delle
forme ‘materiali’ (‘economico-sociali’, a loro volta condizionate da fat-
tori ‘ambientali’, geografici) e ‘culturali’ (linguistiche, religiose, politi-
che, giuridiche, etc.) delle società umane, la quale precede di molto
(beninteso con tratti particolari) le impostazioni delle vedute e teorie
‘stadiali’ della riflessione scozzese, francese, del secondo Settecento
5
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SPAZI E TEMPI DEL MEDITERRANEO NELLA STORIA VICHIANA DELLA CIVILTÀ
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5
Su tutta la materia evocata mi restringo a richiamare, tra i miei lavori in tema di
‘epistemologia del sapere storico’ e di ‘storia della civiltà’ in Vico, due sezioni almeno
di un mio volume:
La «critica di severa ragione» nella scienza della storia. Vico e l’‘erme-
neutica’ dei tempi favolosi attorno al primo ’700
;
L’umanità di Vico tra le selve e le città.
Agli inizi della storia della civiltà nel ‘Diritto universale’
, in I
D
.,
Tra ordine della storia e
storicità. Saggi sui saperi della storia in Vico
, Roma, 2001, pp. 57-164. In un contributo
nel quale mi propongo programmaticamente di rinunziare, salvo qualche caso sporadi-
co, alla citazione della letteratura secondaria (che è estesissima su molti dei campi di
indagine affrontati) potrà apparire inelegante il richiamare più volte miei lavori. Ma
rinviare ad essi, ed ai loro apparati critici, sia pure il più discretamente possibile, mi