Di qui anche il compito, finora non assolto, di un lavoro organico di
analisi comparativa dell’impresa vichiana con più o meno coeve opere
rappresentative dei modelli di una nuova storia universale del genere
umano (e dunque anche del posto in esse dato alle nazioni, alle forme
politiche e culturali, insediate sul «mare interno» prima e dopo la forma-
zione dell’identità europea). Un tale compito richiede che si prendano in
esame diversi modelli (diversamente, si potrebbe dire, ‘sistematico-anali-
tici’) di storia universale, generale, del mondo
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: le reiterate filosofie della
storia alla Bossuet accanto alle ricostruzioni degli ‘eruditi cristiani’ sui
tempi favolosi dell’umanità; le ‘storie del mondo’, o ‘generali’, ‘universa-
li’, seicentesche e primosettecentesche (con la narrazione ‘sistematico-
temporale’ dall’origine del mondo ai tempi contemporanei), pur sempre
di impianto tradizionale nell’impiego dei quadri temporali e dell’uso scar-
samente critico delle fonti (dalle prove inglesi di Raleigh, Howell, a quel-
le dell’erudizione tardoseicentesca e primosettecentesca); le prove di
un’estensione ‘spaziale’ delle forme storiche esaminate ancora date nei
paradigmi barocchi dei ‘teatri’, dei ‘mappamondi’ storici (magari ancora
associati, come nel
Mappamondo istorico
iniziato da Antonio Foresti,
all’antico schema teologico delle quattro monarchie); anche le prove di
una tale estensione nella direzione di una scienza rigorosa dei princìpi
delle società, fondata sull’indagine delle loro cause di natura psico-antro-
pologica e naturale e/o culturale (Montesquieu, etc.); o le prove di una
visione totale dei ‘costumi’ dei popoli retta dallo spirito della critica filo-
sofica (Voltaire, etc.); fino alle prove delle storia della civiltà nella chiave
delle teorie ‘stadiali’ del suo sviluppo (alle quali diventa intrinseco un
discorso sulle differenze tra i popoli che le vincola largamente alla ‘natu-
ra’, ma dissociandole – nelle nuove vedute sulle ‘razze’, sulle ‘specie’ –
oltre che dal discorso teologico, anche da quello sul ‘clima’).
Compiti di tal genere andavano al più evocati in un contributo quale
il presente. Essi andavano tuttavia richiamati per introdurre più agevol-
ENRICO NUZZO
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pare opportuno proprio perché più volte sarò indotto nel testo a richiamare materie ed
esprimere tesi in modo enunciatorio.
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Nel saggiare la nozione di un modello ‘sistematico-analitico’ di storia universale
tengo presente l’uso della categoria di «storia universale analitica» in pagine di un bel
contributo (e denso anche di indicazioni bibliografiche) di uno studioso assai esperto
della materia: G. R
ICUPERATI
,
Comparatismo, storia universale, storia delle civiltà. Il
mutamento dei paradigmi dalla «crisi della coscienza europea» all’illuminismo
, in
Le pas-
sioni dello storico. Studi in onore di Giuseppe Giarrizzo
, a cura di A. Coco, Catania,
1999, pp. 511-580, in partic. pp. 545 sgg.