tare impone di limitarsi a saggiare la riflessione vichiana sul nostro ar-
gomento attraverso una prima disamina circoscritta agli scritti che
compongono il
Diritto universale
, nei quali quella trovò un suo primo
assetto assai significativo e per più aspetti decisivo. Si lasceranno dun-
que pressocché totalmente da parte precedenti interessi e momenti
discorsivi che avevano investito i rapporti tra le nazioni (e in particolare
quelle mediterranee); e ci si limiterà a fornire poche indicazioni circa i
successivi sviluppi della meditazione vichiana sulla materia. Non soltan-
to. Già per quanto riguarda gli scritti del
Diritto universale
– sarà oppor-
tuno concentrarsi sulla trattazione che in essi si rinviene relativa alle
epoche del tempo oscuro e favoloso del genere umano. Ma in proposi-
to ancor prima sarà opportuno offrire una prima presentazione genera-
le delle forme temporali epocali entro cui la meditazione vichiana collo-
ca le esperienze del mare, e di quello mediterraneo in particolare.
2. L’innovativa considerazione vichiana degli spazi e dei tempi delle
forme di umanità, civiltà, gravitanti sul mare mediterraneo può essere
accostata nei termini di una dialettica di ‘de-centramento’ (assoluta-
mente tale agli inizi dell’«umanità gentile») e ‘ri-centramento’, la quale,
a sua volta, ci mette in contatto con fondamentali approcci, tradizioni,
‘linguaggi’, rimodulati nel pensiero vichiano, e prospettive di questo
assolutamente peculiari.
Nella ricostruzione compiuta infatti da Vico della storia della civiltà
postdiluviana (un’effettiva ri-costruzione, specie per quanto attiene agli
sviluppi della prima umanità gentile)
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, la storia del Mediterraneo, e
delle diverse nazioni su di esso via via gravitanti, segue strettamente la
peculiare proposta, laboriosamente consolidatasi nell’opera vichiana,
di un’inedita scansione epocale della storia umana. Si tratta della scan-
sione ben nota, divenuta scolastica, che si afferma pienamente nella
Scienza nuova
, di tale storia nelle età «degli dèi», «degli eroi», «degli
uomini». Una scansione – facile ricordare – la quale poi almeno in parte
si replica nel «ricorso» delle vicende umane dall’età di mezzo sul quale
ENRICO NUZZO
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Pare opportuno ricordare che molti, troppi studiosi paiono dimenticare che lo
sguardo di Vico si concentra sulla storia dell’umanità gentile, ma non cancella, invece
mantenendole sullo sfondo o seguendole in parallelo, la storia sua ‘prediluviana’ (che
segue peraltro alla caduta da una più originaria vicenda narrata dalla scrittura) e la sto-
ria del popolo ebreo. Sulle ‘storie’ di Vico mi sono soffermato in particolare in un sag-
gio dal titolo
I segni delle storie in Vico
, in «Il Pensiero» XLI (2002), 1, pp. 17-30, poi
ripreso nel cit. volume
Tra religione e prudenza
alle pp. 1-17.