quelle di Cam e Jafet, le quali sole si dispersero a vagare «per hanc in-
gentem terrarum silvam», faticosamente popolando almeno alcune terre
(interne) che danno sul mare mediterrraneo. Ne consegue la presenza
nella discendenza di Sem non soltanto della rapida crescita culturale dei
Caldei (una sorta di direttrice colta, ‘urbana’, dell’eredità di Sem), nel
quadro del processo per il quale «brevi post Diluvium inter orientales
cunctae civiles artes» furono «restitutae»
33
; ma anche di una possibilità
di conservazione di elementi rilevanti di «innocentia», disposizione alla
«humana societas», esercizio delle attività economiche elementari del-
l’allevamento e dell’agricoltura, frugalità di costumi, giustizia (una sorta
di direttrice ‘non urbana’ delle eredità di Sem impersonata dagli Sciti, e
trasmessa ad almeno alcune delle tante genti da essi discendenti)
34
.
Non è certo il caso di soffermarsi qui sugli elementi di contraddizio-
ne con i dati richiamati circa le discendenze di Cam e Jafet che pare
implicare l’affermazione che la «propagatio generis humani universi»
avvenne tutta attraverso i Caldei, gli Sciti e gli Egizi (i secondi più anti-
chi degli ultimi, ma maggiormente «rudes»)
35
. Per il punto sul quale
verte in questo momento il nostro discorso – l’assiologia dell’Oriente e
dell’Occidente mediterraneo – nel
De constantia
i «mores» assai positi-
vi dei semiti Sciti si legano al carattere ‘economico-sociale’ (a sua volta
dovuto a condizioni ambientali, quali la «tanta camporum abundan-
tia») e quindi ‘politico’ della «aequalitas»
36
.
Ecco allora, da una serie di condizioni relative assieme alla genesi
orientale della vera religione e alla ‘geografia’ dei luoghi, lo straordina-
rio prodursi di una condizione ‘orientale’ di eguaglianza e giustizia del
tutto diversa da quella ‘occidentale’ del necessario sviluppo attraverso
ENRICO NUZZO
30
33
Ivi, II, XI [15], p. 449. Per luoghi in proposito delle versioni della
Scienza nuova
si veda ad esempio
Sn25
, §25, pp. 992-993: «sicché, come la prima monarchia nella sto-
ria comparisce quella di Assiria, così in Assiria compariscono i primi sapienti del
mondo: i caldei
»
; poi
Sn44
, § 298, p. 532.
34
De const.
, II, IX [16], p. 434.
35
Ivi, II, XVII [16], p. 503. Su possibili ed effettive contraddizioni che pare porre
il discorso vichiano sulle discendenze di Noè già nei diversi scritti componenti il
Diritto
universale
ho avviato una prima analisi nel saggio su citato su
Gli «Sciti» e i «Chinesi»
di Vico
, del quale qui ripresento alcune tesi e, condensate, talune pagine.
36
De const.
, II, XVII [9], p. 501. Qui viene immesso un carattere, appunto l’ugua-
glianza, che rende distintivi gli Sciti dallo stesso popolo ebraico, e – come parrebbe
chiaro – dagli «orientales» in genere, in quanto in genere rappresentati come disposti
all’obbedienza all’‘uno’, e comunque qui contraddistinti dalla tendenza e capacità di
fondare subito dopo il diluvio «monarchica regna» (II, XI [16], p. 449).