Tra l’altro una simile veduta permetteva diverse soluzioni. Da un
lato permetteva di inserire quella «turcica» in una costellazione di na-
zioni le cui caratteristiche consentivano poi di riprendere la tradiziona-
le, canonica opposizione «Europa-Asia», quale lo stesso Vico aveva
sistematicamente praticato qualche anno prima, nella scrittura del
De
rebus gestis Antonj Caraphaei
. In questo testo «Asia» stava per impero
turco ed «Europa» per l’Europa pienamente occidentale, cristiana:
entità che largamente si fronteggiavano proprio nello scisso mare medi-
terraneo, non più l’unitario «mare nostrum» dei romani.
Dall’altro quella veduta consentiva – nello stesso giro di pagine che
si stanno esaminando – di dissociare meglio dall’Oriente la propagazio-
ne dell’umanità dei barbari americani (di cui Vico avrebbe sempre in
sostanza ‘sottovalutato’ le forme di civiltà più avanzate, la «messicana»
e la «peruana»), accettando invece (almeno in parte) la tesi di Grozio
del loro arrivo, per via di terra, tramite la Norvegia e la Groenlandia,
dunque attraverso le più «aspre», desolate, terre europee
40
.
ENRICO NUZZO
32
40
Le popolazioni degli americani settentrionali, erano venute «ex Norvegia […]
per Groenlandiam terrestri itinere». Poi probabilmente, come «è più credibile» si
erano stanziati fino allo stretto magellanico (dove erano residuati per ragioni climatiche
i giganti patagonici) (ivi, II, XVII [13], p. 503). Con questa ipotesi Vico integrava, cor-
reggeva, la tesi complessiva (che dunque accettava solo parzialmente) che Grozio aveva
espresso nel
De origine Americanorum
(H. G
ROTHIUS
,
De origine Americanorum
, s.l.,
1642-1643,
De origine gentium americanarum dissertatio altera
, Parisiis, Cramoisy,
1643), secondo cui (e in ciò Grozio concordava con il suo avversario de Laet) v’era
stata una duplice origine etnica delle Americhe, quella settentrionale popolata appun-
to attraverso la Groenlandia, e quella meridionale.
In proposito Sergio Landucci ha proposto che Vico abbia operato una «commi-
stione» di Grozio e Horn, il quale «aveva sostenuto invece la tesi accettata dal Vico, del
popolamento di quella del Sud attraverso migrazioni dal Nord del medesimo continen-
te», pur se, aggiunge correttamente l’attento studioso, «aveva sostenuto anche altre
ipotesi, oltre quella di Grozio: S. L
ANDUCCI
,
I filosofi e i selvaggi. 1580-1780
, Bari, 1972,
p. 276. In verità le cose in proposito sono complesse, e converrebbe esaminarle perché
esse toccano da vicino oltre che le genti americane e orientali, il problema della propa-
gazione per via mare o di terra. Infatti Georg Horn, sia nel suo libro del 1652 (
De ori-
ginibus Americanis libri quatuor
, Hagae Comitis, Adriani Vlacq), sia nella di poco suc-
cessiva breve opera del 1655 (
Brevis et perspicua introductio ad universalem historiam
,
Lugduni Batavorum, apud Hackios), aveva sostenuto anch’egli (con parziale affinità a
soluzioni rinvenute da Bochart) la tesi di una duplice fonte del popolamento delle
Americhe (Fenici, si badi, e diverse popolazioni scitiche tra cui i Cinesi), con distinti
apporti alle forme di civiltà americane, ‘alte’ o ‘basse’. Ma su ciò, sulle differenze radi-
cali fra una simile visione che si potrebbe definire ‘ipermigrazionista’, congiunta ad una
metodologia ‘meccanicistico-storica’, e viceversa la posizione vichiana ‘monopropaga-
1...,278,279,280,281,282,283,284,285,286,287 289,290,291,292,293,294,295,296,297,298,...484