mi pii sulle alture lontano dal mare, le pratiche della loro nascosta soli-
tudine, la connessa «vetus maris religio», implica l’inabitabilità, per
lungo tempo, delle terre marine: «Necesse est regionum maritima diu
vacua fuisse»
56
.
Allo stesso modo, entro quell’ordine, nella necessaria sequenza se-
condo la quale, seguendo le forme di vita dei primi uomini («tres pri-
morum hominum vitae»), si diede il fenomeno di fondazione, deduzio-
ne delle colonie, solamente le «secundae» (con le forzate migrazioni dei
clienti in fuga, sconfitti dagli ottimati nei conflitti agrari) e «tertiae» di
queste furono «transmarinae»
57
.
Ma con queste espressioni siamo in un momento successivo della me-
ditazione vichiana quale si dà sull’argomento nel
Diritto universale
: vale a
dire nelle
Dissertationes
, laddove Vico provava a sistemare organicamen-
te, entro una tipologia delle «colonie», una serie di elementi, di proposte,
in ordine alle prime forme di possesso del mare e soprattutto alle prime
trasmigrazioni, che aveva avanzato nel
De constantia
all’interno di conte-
sti discorsivi orientati preminentemente a risolvere altri problemi.
In particolare il tema delle trasmigrazioni marine, del primo aprirsi
del Mediterraneo a traversate alle quali seguirono poi rotte di predazio-
ne e di traffici, risulta di grandissima importanza in tutta la vicenda
della meditazione vichiana tra
Diritto universale
e
Scienze nuove
: a par-
tire da essenziali generali tematiche, come l’intravista propagazione
marina di forme di soggetti che andranno a costituire le «genti minori»,
o la propagazione di arti e costumi (fenomeno che non contraddice, ma
integra abbondantemente il ‘poligenismo culturale’ vichiano)
58
. La trat-
tazione di tale tema lungo gli scritti del
Diritto universale
merita di esse-
re seguita da vicino, ma anche in riferimento ad una serie di problema-
tiche più ampie, e di questioni critiche non di poco conto.
SPAZI E TEMPI DEL MEDITERRANEO NELLA STORIA VICHIANA DELLA CIVILTÀ
39
56
Dissertationes
, VII [2], p. 875.
57
Ivi, VII [11, 12], p. 879. Ma su tali pagine – come annunciato – ci si tratterrà più
avanti.
58
L’apparire poi dei primi traffici nel Mediterraneo diventa essenziale per spiegare
una serie di fenomeni. Essa offre, ad esempio, argomenti decisivi per la soluzione della
questione omerica – con la tesi che proponeva «tai poemi essere stati per più età e da
più mani lavorati» – sulla base della presenza in quei poemi di svariate costumanze ed
esperienze di terre lontane, le une e le altre rese possibili soltanto, rispettivamente, per
le «mercatanzie» introdotte dai traffici dei fenici, e «per le relazioni ch’i greci avute
n’avevano da’ fenici» (
Sn44
, §§ 803-804, pp. 820-821).
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