dal mare Egeo in quello cretese. Ed infine la sorella di Arianna, per
amore della quale Teseo abbandona questa, non rappresenta altro che
la sua flotta, «ex eadem cretensium arte nata est»: così, forti di simili
arti, strumenti, gli Ateniesi espressi nella figura di Teseo resero impos-
sibile la pirateria praticata dai cretesi («cretensium piraticam»), con la
quale questi rapivano, secondo le consuetudini dei «bella rapinae», fan-
ciulli e fanciulle (secondo il mito condotti a Creta per essere divorati
dal Minotauro nel Labirinto)
65
.
Ma i cretesi, e poi in genere i greci, non erano stati certo i primi a spin-
gersi sul mare mediterraneo in possesso delle necessarie arti. Al contra-
rio, nel
Diritto universale
, la priorità nel conseguimento delle arti della
navigazione, e conseguentemente nelle pratiche dell’insediamento di
colonie nel «mare internum», spettava agli egizi, in ciò seguiti dai fenici
(secondo un ordine che invece successivamente sarebbe stato invertito).
Non soltanto. In quel testo era messa in gioco (anzi, come si vedrà
continuava ad esserla) anche la primazia di forme non elementari di
civiltà, e, ad esse connesse, dell’insediamento delle stesse colonie nelle
terre greche rispetto a quelle italiane.
In verità, le indicazioni che si leggono nel «Programma chronologi-
cum», posto agli inizi della
Pars posterior
del
De constantia
, quanto alla
direzione di quelle pratiche di deduzione di colonie da parte degli egizi
(e quindi dei fenici e dei frigi), sembrerebbero disporre un ordine per
il quale esse avrebbero investito prima talune regioni della Grecia
66
.
SPAZI E TEMPI DEL MEDITERRANEO NELLA STORIA VICHIANA DELLA CIVILTÀ
43
65
Ivi [11], p. 655. Analogamente Perseo – il quale secondo la relativa «mythologia»
liberò Andromeda «a marina bellua», rappresenta un «similis character» relativo alle
imprese di liberazione, nelle terre marittime dell’Etiopia, «a navibus piraticis» che
minacciavano di rapire le vergini di quei lidi (
ibid
.).
66
Nello schema cronologico richiamato si ricordi che, dopo la «partitio orbis ter-
rarum inter Noachi filios» avutasi nel 1657 (cioè l’anno seguente al diluvio) si indicano
un periodo di 200 anni entro il quale si danno la confusione babelica delle lingue, la
fondazione del primo regno assiro dei caldei e le quattro dinastie egizie, e quindi la
chiamata di Abramo nel 2082. Tra i successivi eventi ecco allora che si menzionano:
attorno all’anno 2448 la deduzione, da parte dell’egizio Cecrope (deduzione presenta-
ta invero con un problematico «Cecrops […] dictus»), di dodici piccole colonie nel-
l’Attica (da cui la tradizione voleva che fosse fiorita Atene) e quella, da parte del feni-
cio Cadmo di una colonia in Grecia, insieme con la fondazione di Tebe nella Beozia
(ambedue «aegyptiacae et syriacae potentiae argumenta»); nel 2533 e nel 2682 rispet-
tivamente la conquista da parte dell’egizio Danao del regno argivo degli Inachidi e la
fondazione, da parte del frigio Pelope, di un regno nel Peloponneso («iterum aegyptia-
cae et syriacae potentiae argumenta»); nel 2752 (ulteriore «asianae potentiae argumen-
1...,289,290,291,292,293,294,295,296,297,298 300,301,302,303,304,305,306,307,308,309,...484