genti dell’Attica e dell’Eolia, «maris Interni potentes facti» si spinsero
a fondare colonie tanto nell’Asia minore che sulle coste dell’Italia, che
popolarono ampiamente
79
.
Possiamo a questo punto ritornare ai cretesi, e in genere alle «gre-
cae gentes», che cominciarono a conquistare il mare, una volta sottopo-
sti da Vico al duro ridimensionamento delle loro pretese di avere godu-
to di una «augustiorem […] originem», quando invece è «indubium»
che – come si è visto – le «interiores disciplinas ab Asia» furono dedot-
te prima in Egitto e poi in Grecia
80
.
Anche i cretesi, come gli egizi, per conseguire la «res et militia nava-
lis» avevano goduto di una duplice favorevole condizione naturale:
quella della «natura» etnica (tacitamente legata al clima) di essere «acu-
tissimi» e quella ‘geografico-ambientale’ dell’essere «insulani»
81
.
Un
excursus
sulla «populorum natura» nel quale erano già compar-
si i cretesi, iscritti, al pari degli ateniesi e cartaginesi, tra le genti «acu-
tissimae et fortes», si legge in una pagina del
De uno
già sopra richia-
mata di sfuggita, e che andrà esaminata almeno per un momento: per-
ché da un lato conferma l’importanza esplicativa assegnata anche da
Vico a caratteri delle nazioni definiti in ultimo per via ‘naturale’ (con
un riferimento alla causalità climatica che si fa più esplicito lungo la sua
vicenda meditativa al riguardo); dall’altro attesta come nel
De uno
l’au-
tore si muova secondo una declinazione dell’argomento ‘naturale-cli-
matico’ in una chiave tradizionalmente ‘filoeuropea’, invece almeno in
parte ridimensionata di lì a poco nel
De constantia
.
Basterà qui dire in proposito solo qualcosa. In primo luogo, che tale
chiave derivava dalla forte presenza nelle pagine del
De uno
di un più
tradizionale interesse all’indagine sulle forme dei governi: e non a caso
il capitolo CXLV di cui si parla reca il titolo: «De formis rerumpublica-
rum ex populorum natura». In secondo luogo, che ciò conduceva ad
attingere dalla lunghissima e complessa storia del discorso ‘topo-etno-
psicologico’ (in una vicenda che, per restare all’antico, come è noto, si
SPAZI E TEMPI DEL MEDITERRANEO NELLA STORIA VICHIANA DELLA CIVILTÀ
51
79
Nel mentre le terre interne di questa a lungo furono popolate solo dagli indige-
ni («Italiae mediterranea indigenae omnia coluerint»), il contatto con i quali Virgilio
rappresentò nell’opposizione fra «Turnum, indigenam, […] heroem ferocissimum», ed
«Aeneam autem transmarinum, heroem […] admirandum ratione»; il cui dominio fu
poi sostituito da quello degli egizi e poi dei latini (la traduzione di Sandro Barbera mi
pare in tal punto manchevole) (ivi [28], p. 509).
80
Ivi, II, IX [15, 10], pp. 433-435.
81
Ivi, II, XXIX [11], p. 655.
1...,297,298,299,300,301,302,303,304,305,306 308,309,310,311,312,313,314,315,316,317,...484