de» invece si configura qui una triplice tipologia: la ricerca di gloria tra-
mite l’allargamento del dominio; la sovrabbondanza di popolazione;
l’avidità di guadagno tramite i commerci (all’origine invece dell’ultimo
«genus» della conclusiva tipologia delle prime colonie sopra esamina-
ta). E tutte e tre queste forme di colonie furono dedotte con le armi,
di modo che nessuna delle ragioni fondative delle prime «repubbliche»
in questione presenta un carattere pacifico
105
.
La spiegazione di tale ‘discrasia’ può essere in parte trovata nell’af-
fermazione che poco più avanti fa l’autore (dopo avere fornito in veri-
tà altri elementi ricostruttivi), secondo la quale confessa di avere inizial-
mente assunto la veduta sostenuta fino ad allora da tutti i filologi del
carattere conflittuale delle colonie, proiettando così anche sulle prime
colonie (le seconde dello schema poi avanzato) un carattere che è pro-
prio delle seconde (dalle quali ultime poi vengono sottratte quelle di
pacifica deduzione delle ‘colonie commerciali’).
Un punto importante, di natura sostanziale, può essere poi indicato
nel fatto che a Vico premeva sostenere e allargare il principio di un
provvidenziale carattere spontaneo, e il meno possibile conflittuale (o
almeno tradizionalmente ‘bellico’), della cruciale propagazione della
«humanitas» nelle terre del ‘suo’ Mediterraneo (con un ruolo del
modello dell’eroe pio del ‘suo’ Virgilio, Enea)
106
.
SPAZI E TEMPI DEL MEDITERRANEO NELLA STORIA VICHIANA DELLA CIVILTÀ
61
105
Ivi [3-4], p. 875. Si legga tutto il relativo passo: «Sed hinc conficitur potius tran-
smarinos
citra bellum
primas deduxisse colonias. Quod plebes, navigandi solertes, qua-
les aegyptii bello a sacerdotibus victi, ut victorum iram effugerent, mari se commise-
rint, trans mare terras quaesierint et in maritimis sedes legerint. Nam coloniae secun-
dae, aut gloria proferendi imperii, aut populorum frequentia prenimia, au mercaturae
aviditate,
armis deductae sunt
: quorum
nulla caussa
primis temporis obscuri rebuspu-
blicis
commoda est
».
106
Naturalmente a Vico premeva anche confermare allo stesso tempo l’assetto della
sua cronologia, con la successione delle colonie di «Cecropes aegyptius», «Cadmus
phoenicius», etc.: cfr. ivi [13], p. 879-881.
Che le prime forme di propagazione dell’umanità non avvenissero in linea di mas-
sima per via di guerre era veduta vichiana che allo stesso tempo contrastava diffuse
vedute degli eruditi (sulle quali in altra sede sarà opportuno venire) e confermava l’idea
di un ordine provvidenziale che si dava per le vie più spontanee e semplici. Ma natu-
ralmente ciò non significava appannare una visione di fondo intrinsecamente ‘conflit-
tuale’ dei processi di sviluppo della conquista del «giusto» che già nel
Diritto universa-
le
si affermava con forza. Quanto propriamente al tema della guerra, si ricordi che Vico
aveva affermato «priscas gentes […] per caussas bellorum cognitas esse», dal momen-
to che nei tempi eroici erano «in terris perpetua» i «primi bella», vale a dire i «latroci-
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