dizione: essi diventeranno in effetti nuovamente clienti, riconoscendo la
superiorità di altri «ottimi»
109
. Essi si emanciperanno non con bellicosi
tumulti agrari, né con fondazioni di autonome città libere oltremare nelle
terre deserte (che pure sarebbe stata un’ipotesi ben teoricamente prati-
cabile), né con forme di mediazione sociale con le genti nelle cui terre so-
no approdati: ma soltanto, attraverso i loro discendenti, con la forza delle
rivendicazioni di un’uguale umanità in conflitti anche duri, ma in linea di
massima non violenti, comunque lontani dalla forma del «bellum»
110
.
La spontanea prima propagazione della «humanitas» per le rotte in
principio tanto fortunose del Mediterraneo anche in ciò rispondeva ad
un principio – non ‘razionalistico’, ma provvidenzialmente ‘razionale’ –
assieme di semplicità e di giustizia.
SPAZI E TEMPI DEL MEDITERRANEO NELLA STORIA VICHIANA DELLA CIVILTÀ
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109
Perciò avrei dei dubbi circa il fatto che i «fuggiaschi» via mare «diffusero la
forma politica della città-colonia, cui diedero vita e di cui furono la mente ed il corpo
sociale», come ipotizza M
ART
Í
NEZ
B
ISBAL
,
op. cit.
, p. 67. Del resto giustamente egli poi
vede che la «favola» di Marte e Venere plebei presi nella rete da Vulcano eroico, che
sopra si è incontrata nelle versioni della
Scienza nuova
, fa emergere che la storia di quei
«drappelli» di miseri fuggiaschi «sarebbe la storia di un fallimento», essendo presto
finiti «sotto il dominio di eroi che li sottomettono quando arrivano nella terraferma e
li scoprono plebei» (ivi, p. 72). Forme politiche di libere ‘città-colonie’ pare possano
essere considerate solo quelle di natura mercantile, per le quali Vico pensava ad un ori-
ginario marino, mediterraneo, ‘modello fenicio’, come si dirà tra breve.
Resta il fatto che anche i silenzi, tanto più i silenzi sono spesso significativi, molte
volte eloquenti: non è un caso che Vico non sviluppi l’ipotesi di «repubbliche libere»,
«popolari», che pure avrebbero potuto essere nate dagli insediamenti di fuggiaschi in
terre disabitate. In proposito (a partire da Cecrope, etc.) egli al più se parla, parla di
regni, di forme monarchiche. La cui formazione sarebbe stata plausibile sulla base del
fatto che i fuggiaschi fossero guidati dai capi segnalatisi nelle contese agrarie, o nel
corso delle stesse trasmigrazioni.
110
In queste pagine non ricompare un elemento importante che si è incontrato in
precedenza nell’interpretazione della «Medusae fabula», vale a dire l’accoppiamento
dei patrizi con le mogli dei plebei sbarcati dalle navi (accoppiamento magari sottopo-
sto al duro intervento, si è visto, del ‘Vulcano eroico’), fenomeno dal quale erano sorti
i patrizi delle genti minori, e che in seguito Vico avrebbe posto in connessione geneti-
ca con l’affermarsi della «libertà popolare»: cfr.
Sn44
, §§ 659, 802, pp. 745, 820.
Quanto alla fondazione nel mare Mediterraneo di forme politiche contrassegnate
dalla libertà popolare, «repubbliche libere», Vico le individuerà nella
Scienza nuova
ad
opera dei fenici, come si è accennato poco fa e meglio si dirà tra poco.