si dessero forme determinate, talora ‘devianti’ dal «corso uniforme»
delle nazioni: anzi – come si dirà tra un momento – con particolare van-
taggiosità sollecitate proprio da una ‘condizione marina’.
Discorrere di tutto ciò ci porterebbe lontano. Basterà qui conclude-
re – anche per comodità del lettore – con qualche cenno sulle forme di
‘concentrazione’ nella scrittura delle versioni della
Scienza nuova
della
meditazione vichiana che si è seguita sulle vie della propagazione del-
l’«umanità» lungo le vie di un mare prima deserto e «non tentato», poi
inizialmente attraversato da «picciole brigate, con pochi battelli» di
miseri uomini in fuga, in effetti lungo le vie del ‘suo’ mare, il Me-
diterraneo. Su ciò – si è accennato – il pensatore napoletano per lo più
riprese in sostanza fedelmente i cruciali risultati conseguiti nel
Diritto
universale
: semplicemente appunto piuttosto concentrandoli, e valoriz-
zandoli, in alcune sezioni dei suoi testi posteriori come un insieme
organico di «scoverte».
Così nella
Scienza nuova prima
presentò sistematicamente le «sco-
verte» dei «princìpi» della «propagazione delle nazioni», delle «colo-
nie», della «guisa delle colonie eroiche oltramarine», concludenti con
la «scoverta del primo principio di questa scienza», per il quale «si
truova essere state da per tutto prima le nazioni mediterranee, poi le
marittime»
113
.
Nelle ultime due stesure del suo
opus magnum
, l’autore sentì poi il
bisogno di concentrare ulteriormente l’affermazione dei princìpi e con-
tenuti elaborati da tempo sulla materia in una serie di connesse «degni-
tà» (nell’ultima versione dalla degnità XCVII fino alla CIII): le quali
dall’indicazione della necessaria ordinata sequenza degli insediamenti
umani, e quindi delle regioni luogo della fondazione delle nazioni, pas-
savano infine alla trattazione dei princìpi e dei relativi principali risul-
tati conseguiti, pertinenti alle «trasmigrazioni de’ popoli» e alle «colo-
nie», ivi comprese in primo luogo quelle marittime
114
.
SPAZI E TEMPI DEL MEDITERRANEO NELLA STORIA VICHIANA DELLA CIVILTÀ
65
Grecia, che diede il primo nome, che quella nazione portò» (
Sn30EC
, p. 212,
Sn44
, §
564, p. 686), quei Pelasgi sui quali erano intervenuti gli «eruditi cristiani» (ad es. con
l’importante ruolo assegnato ai Pelasgi-Fenici dal Bochart, nella sua
Geographia
sacrae… pars altera, Chanaan, seu de coloniis et sermone Phoenicum
) o sulla cui ‘simbo-
lica’ sarebbe intervenuto nel Novecento Klages, appunto nei suoi
Pelasgi
.
113
Cfr. i relativi «capi» in
Sn25
, in partic. pp. 1090-1097.
114
Cfr.
Sn44
, §§ 295-306, pp. 532-535.
1...,311,312,313,314,315,316,317,318,319,320 322,323,324,325,326,327,328,329,330,331,...484