to la
Prima risposta
«ad un dotto signore anonimo, per dimostrare che
io voleva difender me, non già dar briga a voi». Dove l’anonimo, con
molta probabilità era quel Bernardo Trevisano che Vico aveva tanto
elogiato nella lettera a Zeno. A questo punto, i redattori del
Giornale
decidono saggiamente di interrompere la polemica con un ultimo arti-
colo
7
in cui dichiarano con eleganza che alla
Risposta
di Vico «niente
noi replichiamo, e per riverenza dell’autore, che nostro parzialissimo si
dichiara, e per non moltiplicare in infinito le contese».
Tra il 1720 e il 1721, Vico pubblica i quattro scritti che compongo-
no il
Diritto universale
. Nel 1722, attraverso il conte Wildenstein, ne fa
pervenire una copia a Jean Leclerc, il quale se in un primo momento
risponde con una lettera formale, dedicherà poi all’opera delle pagine
importanti in un fascicolo della «Bibliothèque ancienne et moderne»
8
,
delle quali pagine Vico sarà profondamente grato e che provvederà egli
stesso a tradurre. Il riferimento a Leclerc è importante nel nostro
discorso perché l’influenza che questo teologo e scrittore ha in tutta
Europa è enorme, e non v’è dubbio che costituisca uno dei canali della
recezione del
Diritto universale
a Venezia.
A riprova della fama crescente di Vico nella Reppubblica è l’invito
che gli viene rivolto, probabilmente nel 1723 da parte del Conte Giovan
Artico di Porcìa, di prendere parte a un ambizioso progetto autobiogra-
fico che avrebbe coinvolto alcuni tra i più significativi rappresentanti
della cultura contemporanea. Vico è lusingato dalla proposta, che gli
avrebbe peraltro consentito di far diffondere le sue idee pedagogiche. In
poco tempo, probabilmente nello stesso 1723, scrive una prima stesura
della
Vita
, che si conclude con la nota vicenda della bocciatura al con-
corso per la cattedra di diritto romano; la invia al Porcìa, il quale in una
lettera del gennaio 1724 comunica ad Antonio Vallisneri (anch’egli par-
tecipe dell’iniziativa) di averlo spedito a Padre Carlo Lodoli per compat-
tare e dare alla stampa i testi che dovevano costituire il Progetto. Come
vedremo tra un attimo, le cose andranno diversamente.
Per il momento, Vico è impegnato nella elaborazione di quella che
egli stesso chiamerà
Scienza nuova prima
, e che di fatto, dopo una stesu-
ra andata dispersa (la cosiddetta
Scienza nuova in forma negativa
), e
dopo una travagliata vicenda fatta di implicite promesse di finanziamen-
ALESSANDRO STILE
78
7
Tomo XII (1712),
Novelle letterarie d’Italia dell’ottobre, novembre e dicembre
(pp.
417-418).
8
«Bibliothèque ancienne et moderne» VIII (1722), parte Seconda, pp. 417-433.