profano diventa l’artista più richiesto dalle antiche famiglie del patri-
ziato lagunare. Di contro, gli ‘aggregati’ Zenobio, Labia e Rezzonico, e
primi fra tutti i Sandi, si muoveranno nella stessa direzione, trasforman-
do la loro dimora in una prova tangibile del loro status sociale consoli-
dato e decretando in tal modo la fortuna di Giambattista Tiepolo. Sarà
lui il creatore vero e proprio della nuova tendenza di pittura profana
tra storia e mitologia, presa a modello fino all’ultimo quarto del secolo,
proprio a partire a partire dal racconto figurato di Palazzo Sandi.
Il committente Tommaso Sandi è un celebre
avvogadore
della Re-
pubblica, esponente della nobiltà recente, incaricato altresì
dell’aggiornamento del Libro d’Oro, su cui venivano registrati i matri-
moni aristocratici, dunque strumento di legittimazione dalle fonda-
menta delle istituzioni repubblicane. Proprio la politica delle unioni
matrimoniali con esponenti dell’antica classe dirigente, insieme all’oc-
cupazione delle magistrature cittadine, costituisce il percorso obbliga-
to dei nuovi nobili, a cui non sfugge la famiglia Sandi. È chiaro dunque
perché le storie dell’affresco siano incentrate sul tema dell’eloquenza,
dispiegato attraverso le favole mitologiche, secondo una simbologia
non certo astrusa ma in qualche modo riconoscibile per la colta fami-
glia dei committenti e per il suo pubblico di visitatori.
Il titolo dell’affresco
Allegoria del Trionfo dell’eloquenza
(fig. 1) viene
dato dal critico veneziano dell’epoca Vincenzo da Canal che indica ‘quat-
tro storie che riguardano l’eloquenza attraverso diversi geroglifici’.
Al centro della raffigurazione, che occupa tutto il soffitto (cm 650 x
1070) si stagliano le figure di Minerva dea della sapienza e Mercurio
dio dell’eloquenza, contornati da quattro episodi mitologici:
Orfeo con-
duce Euridice fuori dell’Ade; Ercole Gallico incatena Cercope con la sua
lingua; Bellerofonte montato su Pegaso uccide la Chimera; Anfione col
potere della sua musica fa sì che le mura di Tebe si costruiscano da sole
.
Il significato allegorico delle storie è da interpretarsi alla luce della
forza dell’eloquenza, la virtù che simboleggia l’ascesa professionale e la
forza morale dei Sandi, anche nel ruolo di coraggiosa difesa delle isti-
tuzioni veneziane svolto dalla famiglia all’epoca della guerra contro i
turchi. Attraverso il poderoso ciclo pittorico il committente celebra la
sua gloria e consegna alle generazioni future la sua identità sociale.
Rispetto a queste premesse il saggio di Armstrong segue un’altra
strada; ricostruisce meticolosamente l’iconografia del ciclo nella sua
complessità di rimandi e indaga i fondamenti filosofici di tale scelta
alla luce dell’ammirazione suscitata dal pensiero di Vico in una cerchia
TIEPOLO, VICO E IL ‘MITO DI VENEZIA’
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