Coriolano persuaso dalla moglie Volumnia e dalla madre rinuncia a
combattere contro Roma
racchiude nell’arte oratoria e nella forza di
persuasione della parola il potere salvifico;
Le tre Grazie, Venere e
Mercurio
incarnano gli ideali supremi della grazia e della bellezza e sol-
lecitano a una vita virtuosa.
Forse è quest’ultimo tema, collegato dal Rinascimento in avanti al-
l’amore coniugale e ai legami familiari che ci riporta al 1724, anno del
matrimonio di Vettor Sandi con Elisabetta Donato discendente da una
famiglia di antica nobiltà e suggello ideale dell’apoteosi dinastica dei
Sandi.
A
NGELA
C
ATELLO
III
L
A STORIA COME GIUSTIFICAZIONE E RIPENSAMENTO
:
I
P
RINCIPI DI
S
TORIA
C
IVILE DI
V
ETTOR
S
ANDI
Il vero protagonista di questo incontro, oltre Vico, oltre Tiepolo, è
davvero il mito settecentesco di Venezia. Un mito che non si fonda tan-
to su quello della ‘città galante’, pur celebratissimo, ma soprattutto sul-
la ‘Venezia Stato di libertà’ e tale da sopravvivere a conflitti e calamità:
si pensi all’invasione subita nel 1509, dopo la sconfitta di Agnadello, da
parte degli eserciti francesi e imperiali coalizzati (insieme allo Stato
della Chiesa e all’Aragona) nella Lega di Cambrai. Ebbene, un evento
che poteva rivelarsi tragico aveva mostrato la capacità della Repubblica
di recuperare in pochi anni i confini precedenti al 1499. Ulteriore
esempio per ogni Stato dell’epoca in cerca di identità e indipendenza
1
.
Ma il secolo XVIII segna davvero la fine di questo mito, almeno
nel suo significato politico. Quando con la Pace di Passarowitz del
TIEPOLO, VICO E IL ‘MITO DI VENEZIA’
89
1
In questa sede è improponibile una sia pur sommaria ricognizione bibliografica
relativa al mito veneziano. Desidero solo riportare l’‘istantanea’ che ci propone Enrico
Nuzzo in un recente contributo: «Tale mito consisteva, com’è noto, ad una prima defi-
nizione, innanzitutto nell’indicazione della mirabile, ultramillenaria durata e stabilità
dello stato veneziano, e quindi nell’individuazione di alcune ragioni, politiche e di
ethos
,
che avevano consentito l’istituzione di una compagine politica in grado di difendersi
dalle offese corruttrici della temporalità a tal punto da aspirare all’immortalità» (E.
N
UZZO
,
Una sapiente Repubblica aristocratica. Vico e il «mito veneziano»
, in I
D
.,
Tra reli-
gione e prudenza. La «Filosofia pratica» di Giambattista Vico
, Roma, 2007, pp. 273-295.