cosiddetti ‘spiriti liberi’, che denunziavano gli eccessi della propria clas-
se, ed esponenti più conformisti e conservatori, esaltati dal mito di
Venezia e legati a filo doppio alla Chiesa, Sandi si pone in una posizione
intermedia. D’altra parte, pur non mancandogli impulsi riformisti –
risente infatti delle influenze preilluministe che si stavano diffondendo
negli anni ’40 (basti pensare ai
Difetti della giurisprudenza
di Muratori) –
da buon moderato si rende conto che modificando i singoli tasselli del-
l’apparato legislativo si rischia di sovvertire l’ordine complessivo.
Se, come scrive il maggiore studioso dell’opera di Sandi, «il risulta-
to è quindi la rappresentazione di un esemplare e perfetto sistema di
potere aristocratico, dapprima incompleto e bisognoso di modifiche,
ma successivamente sviluppatosi e affinatosi al punto da costituire, agli
occhi di Vettor Sandi, un vero e proprio modello costituzionale»
5
, non
può sfuggire la preoccupazione dell’autore dei
Principi
di fronte alla
realtà politica contemporanea, come vediamo negli ultimi tre volumi.
Nel Discorso I su «Lo Spirito, e li Fini dell’Opera», che introduce
al settimo volume, Sandi esordisce preliminarmente con una dichiara-
zione di intenti che è di per sé una celebrazione del patriziato veneto:
Ho riputato ragionevolmente di servire alla Aristocrazia, ed alla sua meritata
esaltazione, asai più che con il descrivere le circostanze minute del valoroso
acquisto di una Città, o una sanguinosa vittoria navale; essendo fuor di dub-
bio, che se nelle Monarchie il Principio costitutivo, e conservator è l’onore,
nelle Aristocrazie ella è la virtù, e non il solo valor militare. […]In tal guisa
dunque ho creduto di esibire principalmente alli nazionali con doppia forza
nelle leggi fatte caduna classe dei loro doveri morali
6
.
Poi, però, quando si tratta di «indicar gli elementi di costituzione,
accrescimento, e conservazion del Governo, e delle forze sue sì interne,
che esteriori»
7
, anche il patrizio di provata fede lascia trasparire il mal-
contento:
Ma non senza dolore debbo asserire, che di questa Repubblica, benché abbia
sempre meritata la estimazione, che non puote negarglisi nel far le leggi, il
Codice, o Corpo Legale non è forse perfettamente formato, ordinato, e ridot-
to a quelle classi, nelle quali distribuite siano, ed rannicchiate a luogo proprio
ALESSANDRO STILE
92
5
D
ALLA
C
OLLETTA
,
op. cit.
, p. 113.
6
Principi di Storia Civile della Repubblica di Venezia dall’anno di N. S. 1700 fino all’an-
no 1767
(d’ora in poi
Principi
)
,
vol. I, Venezia, presso Sebastian Coletti, 1769, p. 19.
7
Ivi, p. 21.