delle XII Tavole, o solo interprete, come vuol Plinio, perciò Roma fu soggetta
ad Efeso: che che però delle leggi Decemvirali prese dalla Grecia scriva ragio-
natamente Giambattista Vico
31
.
D’altra parte, pur riconoscendo l’influenza significativa del diritto
romano, Sandi respinge l’ipotesi che la cultura giuridica veneziana vi si
sia rifatta «servilmente», sottoscrivendolo con prona «osservanza»; si è
trattato piuttosto di attingere a quel diritto autonomamente,
per libero volere, ed intendimento, giudicando quelle leggi conformi a natura-
le equità […] ed ove erano sì frequenti, e con fermi domicili, le abbiano con
regolamenti applicati alle circostanze, fluttuazione, persone, ed indole della
loro società
32
.
Ci rendiamo conto perché, rispetto alle preoccupazioni di Sandi sui
rapporti tra politica ed etica, Vico non venga tirato in causa come espo-
nente di una ortodossia rassicurante. Il suo nome è evocato invece sem-
pre quando Sandi tratta degli ‘inizi’, quando risale ai ‘fondamenti’, nel-
l’intento di riaffermarli e consolidarli. Nel primo volume dei
Princìpi
,
pubblicato nel 1755, dopo aver toccato il dibattutissimo tema delle ori-
gini delle leggi a Venezia, Sandi ricorda le tesi sui ‘selvaggi’ evocati da
Grozio e da Vico
33
; ritorna poi sull’evoluzione dello spirito delle leggi
per affermare che fu la «fierezza antica» a sostenere «la rozzezza delle
imperfette prime leggi veneziane, forse più costumi che statuti»; e che
nel tempo, ma «senza mutar cielo», ossia mantenendosi nello stesso
sistema politico, tale ‘rozzezza’
si vedrà addolcita dalla saggia equità di quelle molte leggi umane che con
scienza ed accortezza civile si andarono meditando, equità stata sempre lo spi-
rito del diritto veneziano
34
.
A questo punto, Sandi non può esimersi da un calibrato riferimen-
to a Vico, quando scrive:
TIEPOLO, VICO E IL ‘MITO DI VENEZIA’
99
31
V. S
ANDI
,
Principi di Storia Civile della Repubblica di Venezia dalla sua fondazio-
ne fino all’anno di N. S. 1700
, parte prima, vol. I, Venezia, presso Sebastian Coletti,
1755, cap. VI, pp. 148-149. In nota, Sandi rimanda a «Princip. di Scienza Nuova cap.
2», cioè, complessivamente, al Libro II della
Scienza nuova 1725
; allo stesso Libro, ma
in modo più specifico, Sandi si riferirà in altro luogo, come vedremo.
32
Ivi, pp. 155, 156.
33
Ivi, p. 147.
34
Ivi, cap. VI, p. 126.