mentalità razionale e una strategia interpretativa che verrebbe provoca-
toriamente di chiamare ‘prepositivistica’, oltre che ‘preilluministica’, se
non si rischiasse di essere fraintesi, di appannare la «
discoverta
» straor-
dinaria di un’originaria opacità e insieme ricchezza antropologica che
non può non esprimersi nelle forme mirabilmente poetiche del mito.
Vico è «fantasioso» soltanto nell’arditezza dei nessi, non nella logi-
ca stringente della sua ermeneutica, impegnata a sostituire innovativa-
mente i risultati dell’improbabile difesa di svariate eredità cristiane da
parte degli ‘eruditi cristani’. La logica serrata che regge tutte le sue
interpretazioni, tutte le sue ‘storie’, è tutt’altro che «congetturale»
16
.
Vico è pensatore antirazionalista, ma ‘razionale’: ama frequentare le
zone oscure, ma per portarvi luce. Ma senza dimenticare mai – è il suo
dono, la sua forza – la necessità e incidenza e permanenza delle zone
d’oscurità e d’ombra. Giustamente Tessitore ricorda il Vico pensatore
dell’«alba»: il quale può convivere però felicemente (e risultando sem-
pre il più felice e fecondo) con un ‘pensatore del mezzogiorno’, il quale
insediato in esso ‘opta’ per esso, tanto da essere preoccupato che le sue
conquiste possano essere perdute. Del resto l’alba è tale perché intrisa
ancora d’oscuro, e, a chi sappia intenderla, indicazione chiara delle tene-
bre da cui proviene e nelle quali è possibile che ricada un’umanità pro-
tetta solo dalla sua «vis veri», dono di un benigno Dio provvedente.
E
NRICO
N
UZZO
IV
1.
Deminutio
. Questo è uno di quei libri – e Vico è certo uno di que-
gli autori – nei quali lo sforzo e il bisogno interpretativo diventa prio-
ritario; lo stesso Vitiello lo rende esplicito, nella suggestiva apertura del
suo lavoro: l’opera vichiana «mette in giuoco totalmente l’interprete»
1
.
E in questo caso l’autore ha accettato di buon grado la sfida e ha messo
insieme dense e non sempre facili riflessioni su un tema cardine – come
viene opportunamente sottolineato nell’introduzione di Fulvio Tessito-
re –, che apre già a una dimensione non neutra. Vale a dire, il concetto
di Verità o meglio ancora, il concetto di
verum
.
NOTE SU
VICO. STORIA, LINGUAGGIO, NATURA
123
16
Ivi, p. 61.
1
Vico, In limine
, p. 13.