idealisti tedeschi, pur essi tentati dalla
Mythologie der Vernunft
. Su que-
sto punto la lettura vichiana di Enrico Nuzzo diverge radicalmente
dalla mia. Egli scorge in Vico un’interpretazione razionale – non razio-
nalistica, ma la distinzione è sottilissima – del mito. Credo che così si
perda il senso più profondo della scrittura barocca di Vico:
philosophia
exercita non tantum locuta
. Perciò Vico nel Novecento ha parlato non
solo nella lingua dei filosofi e degli storici, sì anche, e forse al livello più
alto, come ci ricorda Cacciari, nella lingua ‘nuova’ dei poeti ‘nuovi’, di
Joyce e di Beckett.
Un ultimo punto voglio segnare, in questa nota che sta diventando
sin troppo lunga: riguarda la critica che Tessitore mi muove
nell’
Introduzione
riguardo al ‘senso comune’, tema poco presente nella
mia lettura. Ha ragione. È un ‘vuoto’ che posso spiegare,
a posteriori
,
col fatto che nella mia lettura la ‘genealogia’ della storia ha il soprav-
vento sulla storia. Questa spiegazione non toglie il ‘buco’, mi pone anzi
il problema di darne una esplicazione genealogica: fuor dalle formule
definitorie, si tratta, per me, di spiegare come dalla singolarità pre-
umana dei bestioni, la costituzione delle famiglie, delle tribù, delle
Città… Resta fondamentale, per chi scrive, quanto Vico dice al § 377
della terza
Scienza nuova
, parlando dei Giganti, dei
Terrae filii
: «alzaro-
no gli occhi e avvertirono il Cielo». Avvertirono, non videro. Il loro
animo fu perturbato e commosso. Turbato e mosso dal fulmine che illu-
minò per un attimo la Notte celeste, e dal tuono che fece tremare la
terra. L’avvertire sorge per un evento esterno, fulmine e tuono, la lin-
gua naturale di Zeus. Da questa lingua i pii bestioni appresero a parla-
re. Altro grande insegnamento vichiano: la storia non nasce
ex sese
, né
cresce su se stessa, sorge e muta per accadimenti ‘esterni’. Ed anche
finisce? I due estremi,
ghénesis
e
phtorá
, nascita e morte, talora si ‘toc-
cano’: nella Dipintura il raggio divino confina con la tenebra. Nulla di
più, sul tema, è lecito dire. E, forse, non solo ‘commentando’ Vico.
V
INCENZO
V
ITIELLO
NOTE SU
VICO. STORIA, LINGUAGGIO, NATURA
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