significato. Infatti, sino a tanto che le tre lingue siano assunte come cronologica-
mente successive, permane la grave difficoltà di stabilire un legame tra le prime
due e la terza, cioè tra la lingua divina e l’eroica, e la lingua dei popoli
6
.
L’aporeticità della derivazione del parlare propriamente sonoro dal
parlare primitivo per gesti muti è del tutto evidente e, in parte, viene
giustificata da Pagliaro con la mancanza da parte di Vico dei moderni
strumenti di analisi linguistica, in parte risolta proponendo una lettura
sincronica delle tre tipologie di linguaggio, le quali corrisponderebbe-
ro più che a tre fasi l’una successiva all’altra, a diverse funzioni:
non si tratta più di momenti cronologicamente distinti della natura umana, ma
di tre aspetti, che si unificano in essa e che convergono nell’unico risultato, che
è il linguaggio come attività e come forma
7
.
L’imporsi del linguaggio fonico-articolato può a questo punto ricon-
dursi al sostrato sociale e in particolare al ruolo dei
famoli
, i quali
avrebbero preso a servirsi di una lingua – quella dei
patres
presso cui
erano andati cercando rifugio – di cui non conoscevano il reale signifi-
cato, e che quindi iniziarono ad usare convenzionalmente in funzione
dei loro fini.
Tuttavia, l’individuazione di un aspetto prettamente fonico che non
segue ma coesiste agli altri, non risolve la questione in merito al costi-
tuirsi del suono come parola – o, meglio, del ruolo che il suono ricopre.
In tal modo, al contrario, viene infatti rafforzato l’isolamento della
componente fonica dalle altre e assunta come variabile indipendente
nella formazione del linguaggio.
Nel 1969, sempre Pagliaro, tornando sul tema e riesponendo i
medesimi argomenti, domanderà:
c’è da chiedersi perché Vico, una volta certo che la fase primaria delle lingue,
è fase propriamente poetica […] ha sentito il bisogno di farla precedere da una
fase ‘mutola’
8
.
VICO E LA VOCALITÀ DEL LINGUAGGIO
151
6
Ivi, p. 421.
7
Ivi, p. 422.
8
I
D
.,
Le origini del linguaggio secondo Vico,
in
Campanella e Vico
, «Atti
dell’Accademia Nazionale dei Lincei», Roma, 1969, p. 284.
1...,397,398,399,400,401,402,403,404,405,406 408,409,410,411,412,413,414,415,416,417,...484