guaggio. Ed è infatti su questa linea che De Mauro, d’accordo con Pa-
gliaro, riconosce – sia in questo lavoro
11
sia nel successivo articolo del
1968, eloquentemente intitolato
Giambattista Vico. Dalla retorica allo
storicismo linguistico
12
– come contributo principale della dottrina
vichiana sia l’instaurata connessione tra significazione linguistica e oriz-
zonte storico-sociale in cui tale significazione si sviluppa
13
.
A questo punto, risulta centrale il contributo di Gianfranco Cantelli
che, nel suo
Mente corpo linguaggio
del 1986, sistematizza in modo or-
ganico i rilievi che siamo andati esaminando finora. Cantelli afferma con
chiarezza:
Vico esclude che le idee, cioè l’intera esperienza vissuta dell’uomo, abbiano
potuto trovare immediatamente nei suoni della voce lo strumento naturale per
manifestarsi e costituirsi come linguaggio. Non riconosce fra idea e suono un
rapporto naturale su cui possa essersi stabilita quella solidarietà di significato
e significante che sta a fondamento di ogni segno linguistico
14
.
Sulla base di tale presupposto viene riformulata la domanda sulla
significatività del segno sonoro, cioè sulla modalità per cui a un certo
suono della voce viene attribuito un certo valore semantico:
come avviene questa associazione? Sembrerebbe il risultato di un processo che
non ha nulla di naturale, di spontaneo, ma che sembra potersi realizzare soltan-
to attraverso una riflessione. Come infatti potrebbero naturalmente associarsi
un suono, che originariamente è espressione esclusiva di sentimenti e di passio-
VICO E LA VOCALITÀ DEL LINGUAGGIO
153
11
Ivi, p. 67.
12
I
D
.,
Giambattista Vico. Dalla retorica allo storicismo linguistico,
in «La cultura» VI
(1968), pp. 167-183.
13
Analogo tema viene ripreso anche da M. A
GRIMI
,
Ontologia storica del linguaggio
in Vico
, in
Teorie e pratiche linguistiche nell’Italia del Settecento
, a cura di L. Formigari,
Bologna, 1984, pp. 37-81.
14
G. C
ANTELLI
,
Mente corpo linguaggio. Saggio sull’interpretazione vichiana del
mito,
Firenze, 1986, p. 21. Tesi analoghe vengono sviluppate nei successivi lavori di
questo autore:
Alcune considerazioni sulla tesi vichiana che la lingua originaria dell’uma-
nità è stata una lingua parlata dagli dèi,
in questo «Bollettino» XXII-XXIII (1992-
1993), pp. 119-129;
Dalla lingua eroica del Diritto universale alla lingua divina della
Scienza nuova
, in
Giambattista Vico nel suo tempo e nel nostro
, a cura di M. Agrimi,
Napoli, 1999, pp. 317-341;
Gestualità e mito: i due caratteri distintivi della lingua origi-
naria secondo Vico
, in questo «Bollettino» XX (1990), pp. 77-116;
Il quadrilatero del
significato secondo Vico
, in
Il mondo di Vico/Vico nel mondo,
a cura di F. Ratto,
Piacenza, 2000, pp. 317-337.
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