ni, manifestazione dell’interna emotività dell’animo umano, e l’immagine di un
corpo, che è immagine di ciò che si presenta come esterno e indipendente?
15
Entra dunque in gioco una forma di dualismo che separa l’esperien-
za del mondo esterno dall’esperienza degli stati interni: il linguaggio
iconico-gestuale pare il più idoneo a significare gli oggetti e le esperien-
ze che l’uomo fa nel mondo, laddove il suono pare invece legato
all’espressione immediata del modo in cui la realtà viene esperita:
fra l’udito e l’esperienza che gli uomini hanno del mondo che li circonda, non
c’è, di regola, un naturale, immediato rapporto, e l’onomatopea è solo un caso
eccezionale di corrispondenza fra un’immagine acustica e una particolare
manifestazione di un oggetto che per altro, nella sua concreta dimensione spa-
ziale, può essere individuato e riconosciuto solo attraverso la vista. […] Di qui
l’impossibilità che la comune esperienza di una prima società umana possa
essersi realizzata attraverso un linguaggio formato di immagini acustiche
16
.
Per Cantelli, la significatività del suono presuppone che si sia prece-
dentemente già aperto un orizzonte di significanza: i suoni possono esse-
re interpretati come segni solo se qualcosa come l’esser-segno è già stato
reso noto. Questo avverrebbe con la lingua muta degli dèi, la quale con-
siste in quell’esperienza originaria per cui l’uomo primitivo si sente inter-
pellato da un’entità superiore che cercherebbe in qualche modo di
comunicare con lui, spingendolo, dunque, non solo a tentare di com-
prendere i segni usati da questa divinità, ma anche, a sua volta, a rispon-
dere e reagire ad essi.
Giove tonante
è l’immagine emblematica di questa
condizione per cui l’uomo – fittiziamente ma appunto per questo
prati-
camente,
posto che
non intelligendo fit omnia –
inizia a esperire il mondo
stesso che lo circonda come un ‘sistema di segni’, per lo più misteriosi,
nei quali si manifesta la volontà di esseri superiori, i quali chiedono ascol-
to e risposte, e dunque inducono nell’uomo lo sviluppo di una facoltà
che potremmo definire ‘semantica’. Se ne ricava pertanto che
il linguaggio nasce come comunicazione non come espressione: la stessa
espressione può riconoscersi come tale solo se la possibilità della comunicazio-
ne è già stata stabilita
17
.
ANDREA SANGIACOMO
154
15
I
D
.,
Mente corpo linguaggio
, cit., p. 97.
16
Ivi, p. 105.
17
Ivi, p. 114.
1...,400,401,402,403,404,405,406,407,408,409 411,412,413,414,415,416,417,418,419,420,...484