Ma un simile raffronto
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può certo essere letto anche in senso con-
trario, in modo cioè da usare i risultati sperimentali della linguistica
cognitiva come elementi di raffronto e conferma per la teoria vichiana,
o, meglio, della lettura semiotico-linguistica di Vico. In quest’ottica, il
problema stesso della sonorità della lingua semplicemente scompare,
giacché il suono è un segno adottato nel processo di
verbalizzazione
, il
quale segue la
concettualizzazione,
ed estrinseca dunque in funzione
comunicativa un processo mentale interno. L’espressione fonica non è
portatrice di un significato in sé ma è determinata unicamente da una
certa funzione mentale-cerebrale, caratterizzata da processi di libera
associazione e trasposizione metaforica, la quale rende possibile l’attri-
buibilità a un suono di un certo riferimento, rientrando in ultimo anche
questa attribuzione entro la struttura formale del trasposto metaforico.
Il linguaggio logico-articolato verrebbe a questo punto formandosi a
partire dall’esigenza di porre ordine entro la libera proliferazione delle
associazioni metaforiche spontanee, sicché, per disciplinare l’uso e ren-
dere possibile la comprensione intersoggettiva, si converrebbe nella
definizione di precise strutture grammaticali
32
.
L’esigenza che De Mauro esprimeva nella sua
Introduzione
del 1965,
circa la necessità di pensare il segno linguistico non come portatore di
un significato in sé ma come strumento della pratica umana, pare ormai
del tutto realizzata e supportata dall’interpretazione del pensiero
vichiano, il quale viene a dimostrare che in origine non c’è segno por-
tatore di significati dati, ma segno prodotto –
finto –
dal fare umano, il
quale significa dunque, innanzi tutto, ciò che la pratica stessa lo impie-
ga per significare e comunicare. L’attività metaforica, come struttura
mentale, è la condizione di possibilità a priori che permette tale produ-
zione e il suo successivo sviluppo in forme via via più astratte. Il pro-
blema della sonorità del linguaggio si risolve negando la sua stessa sus-
sistenza: il suono non è portatore di un particolare valore, è invece un
segno di cui l’uomo si serve e in questo senso deve essere spiegato – sic-
ANDREA SANGIACOMO
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Sulla sua effettiva legittimità, soprattutto in merito al rischio di un’eccessiva ridu-
zione della mente al corpo e quindi l’ascrizione a Vico di una forma di materialismo che
gli era estraneo, cfr. S. G
ENSINI
,
Su Vico, le metafore e la linguistica cognitiva,
in
Il sape-
re poetico e gli universali fantastici
, cit., pp. 55-72.
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In merito, cfr. anche M. D
ANESI
,
La metafora come traccia della sapienza poetica,
ivi, p. 48: «è durante questa fase che emerge la necessità di organizzare il sistema meta-
formale in categorie di riflessione e di utilizzazione prevedibile. È durante questa fase
che emerge la grammatica come sistema organizzativo».