ENRICONUZZO
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spiccatamente ‘ermetizzante’. Ma anche il Vico che ‘completava’ Gali-
lei in effetti lo ribaltava – si è visto – sul punto della ‘omogeneità’ (o
viceversa ‘eterogeneità’) ‘natura-mente’. Ebbene, questo era il punto
sul quale Garin aveva da tempo individuato, ribadito, con ricchezza e
acutezza di argomentazioni, gli elementi di continuità tra il Rinasci-
mento ‘pitagorizzante’, per così dire, e la nuova scienza. Questa, in-
fatti, di tale Rinascimento assumeva in particolare la fiducia che questo
mondo rispecchi platonicamente il mondo razionale divino «per il tra-
mite dell’intermediario matematico: ‘numero, pondere et mensura’»
59
.
È scritto con chiarissimi caratteri matematici quel gran libro della
natura (su cui Garin ha scritto pagine molto belle) che al contrario
Vico – si può dire – aveva presto richiuso, dopo avere provato ad ad-
dentrarsi nella sua opacità con la neoplatonizzante, ma non ‘pitagoriz-
zante’ (o almeno non ‘modernamente pitagorizzante’), costruzione on-
tologico-cosmologica condotta nel
De antiquissima
60
.
D’altra parte, la
59
«Alla radice di gran parte della nuova scienza, da Leonardo a Galilei, accanto al
desiderio tutto rinascimentale di non lasciare intentata via alcuna, è viva la certezza
che il sapere ha aperta innanzi a sé la possibilità di una salda cognizione». Ma ciò è
possibile per la convinzione che al «mondo razionale che costituisce l’eterna ragione
divina, il verbo divino […], si conforma e si adegua questo mondo il quale, platonica-
mente, rispecchia l’ideale razionalità per il tramite dell’intermediario matematico:
‘numero, pondere et mensura’. La mente umana, raggio del Verbo divino, è nelle sue
radici impiantata essa pure in Dio» (E. G
ARIN
,
Storia della filosofia italiana
, 3 voll.,
Torino, 1966, vol. II, p. 617).
60
Sul tema dell’assoluto rivolgimento di significato, con Galilei, del tema della let-
tura dei caratteri del «libro della natura» Garin è più volte, efficacemente, ritornato:
cfr. E. G
ARIN
,
Alcune osservazioni sul libro come simbolo
, in «Archivio di filosofia»,
1958, 2-3 (
Umanesimo e simbolismo
), pp. 91-102; il volume è stato edito anche con il
titolo
Umanesimo e simbolismo
, Atti del IV Convegno Internazionale di Studi Umani-
stici, Venezia 19-21 settembre 1958, a cura di E. Castelli, Padova, 1958;
La nuova
scienza e il simbolo del libro
; poi – dopo l’ampia ‘scheda’ su
La nuova scienza e il sim-
bolo del libro
, in «Rivista critica di storia della filosofia» XXIX (1974), pp. 328-334 –
in I
D
.,
La cultura filosofica del Rinascimento italiano
, Firenze, 1979, pp. 451-465. Già
avvicinatosi al tema in occasione della traduzione in inglese del lavoro di E.
R.
C
URTIUS
,
Europäische Literatur und lateinisches Mittelalter
, il cui cap. IX era dedicato
a «Das Buch als Symbol» (cfr. la scheda
Il noto volume di Curtius
, in
GCFI
, XXXIII,
1954, p. 443). Garin ne denunziava aspramente l’assoluta carenza: «l’assenza di ogni
‘storicizzazione’ svuota di qualsiasi rilievo tutta l’indagine, che si riduce ad una acci-
dentale enumerazione di ‘esempi’ dell’uso traslato del termine
libro
, ove la raccolta dei
‘casi’ non riesce mai veramente indicativa, data la mancanza di prospettiva reale dei
luoghi addotti» (
La cultura filosofica…
, cit., p. 451). Pagine come questa non vanno
1...,32,33,34,35,36,37,38,39,40,41 43,44,45,46,47,48,49,50,51,52,...484