guito dalla successiva
trattazione
del linguaggio: la convenzione si sosti-
tuisce alla memoria del nesso naturale che recava voce della selva, il
segno arbitrario rimpiazza il canto rituale, si sviluppa quella neutralità
tipica del discorso razionale che tutto sa dire perché niente sa patire,
tutto comunicare e mettere uniformemente in comune, affinché nulla
di quell’indicibile originario ancora possa trasparire.
Ma se di quest’ultimo c’è una guida che potrebbe condurci a ripen-
sarne almeno i tratti essenziali, quella potrebbe essere proprio Vico.
A
NDREA
S
ANGIACOMO
VICO E LA VOCALITÀ DEL LINGUAGGIO
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