S
TEFANIE
W
OIDICH
,
Vico und die Hermeneutik. Eine rezeptionsgeschichtliche
Annäherung
, Königshausen & Neumann, Würzburg, 2007, pp. 363.
La prima valutazione positiva da esprimere verso questa ponderosa mono-
grafia tedesca su Vico è la conoscenza ampia, esauriente e criticamente discus-
sa della bibliografia primaria e secondaria. Ciò, ad esempio, si può vedere
subito, ad apertura di volume, quando l’A., dovendo introdurre e giustificare
l’oggetto e la struttura del suo lavoro, traccia con precisione le linee di demar-
cazione tra una tradizionale interpretazione idealistica (Croce per intenderci)
e una fin troppo ‘alluvionale’ mole di precursorismi che hanno posto Vico in
contatto con tutti i grandi orientamenti filosofici, antropologici, linguistici,
politici, estetici del ’900. Tra questi due estremi, Woidich sceglie il percorso
dell’indagine della possibile relazione tra Vico e l’ermeneutica, ma non per
giustificare l’ennesima geniale anticipazione vichiana, ma per tentare una
risposta, alla luce di un paradigma di filosofia ermeneutica e attraverso innan-
zitutto una attenta rilettura dei testi vichiani, al problema di che cosa sia quel-
la ‘scienza’ di cui Vico parla, appunto, nella
Scienza nuova.
È sullo sfondo di questa essenziale problematica che si dipana la ricca ed
argomentata ricerca di Stefanie Woidich che si articola in due distinte parti:
il rapporto tra Vico e l’ermeneutica, nel senso, come si è detto, della possibi-
le ricostruzione di una «coscienza storico-ermeneutica» in Vico, da un lato,
e, dall’altro, invertendo i termini, il rapporto tra l’ermeneutica e Vico, nel
senso della ricognizione delle principali tappe della «recezione ermeneutica
di Vico» (da Friedrich August Wolf a Dilthey, da Cassirer a Auerbach, da
Betti a Gadamer, da Habermas a Apel). Insomma, i concetti filosofici che
stanno a base dell’ermeneutica moderna e alcuni particolari momenti della
Vico-Forschung
interagiscono nel libro e si dislocano lungo tre principali
livelli: quello
filologico
, che considera l’ermeneutica di Vico innanzitutto co-
me una
Interpretationstheorie
, nel senso classico di una vera e propria teoria
dell’interpretazione delle testimonianze linguistiche e in generale dei testi;
quello
metodologico
, che guarda innanzitutto alla
Scienza nuova
come una
vera e propria metodologia delle scienze storico-spirituali (e qui diventano,
per l’A., paradigmatiche sia l’interpretazione di Dilthey che quella di Betti);
infine, quello che con intraducibile parola viene definito
universal-sprachon-
tologisch
, in cui gli aspetti filosofico-linguistici dell’opera vichiana vengono
considerati nel senso di una teoria della storicità e linguisticità del mondo
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