GLI STUDI VICHIANI DI EUGENIO GARIN
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differenza fondamentale tra Galilei (e Ficino) e Vico, e dunque tra
questi e le più fertili eredità rinascimentali, in materia di conoscenza
della natura, era già chiara nelle pagine ripubblicate nel 1966, con il
titolo di
Storia della filosofia
, appena richiamate. Se
Galileo si incontra con Ficino e con Vico nella valutazione dell’umano sa-
pere entro l’ambito della matematica, egli va certamente ben oltre la posizione
vichiana nel valorizzare la matematica, più strettamente saldandosi con quegli
indirizzi pitagorizzanti che venne talora superando, ma di cui non si liberò
mai al tutto
61
.
Dunque Vico non ‘recuperava’ nemmeno il Rinascimento spiccata-
mente ‘pitagorizzante’ (e la sua sottostante idea, di ispirazione ‘platoni-
co-cristiana’, di una costituzione conoscitiva umana ‘metessica’ del di-
vino, verrebbe di dire). E ciò a conferma che l’interpretazione di Vico
del maestro degli studi umanistico-rinascimentali andava in una dire-
zione opposta all’antico e perpetuato «mito storiografico» secondo il
quale quegli «sarebbe, per interessi e per letture, un figlio attardato del
Rinascimento», «anzi dell’Umanesimo quattrocentesco»
62
.
Era un’interpretazione della quale i tratti di discontinuità ora indi-
cati, tra Vico e cultura rinascimentale, a diversi lettori forse non sono
risultati del tutto chiaramente visibili. E ciò soprattutto, probabil-
mente, per lo stile del pensiero storiografico gariniano, così attento alle
ragioni della complessità – nel lavoro di ricostruzione di complicate
tessiture di idee, dottrine, posizioni, in un gioco di rinvii, ritorni, in-
trecci, e allontanamenti, risignificazioni, e così via, nella pluralità dei
specifici contesti – da non fare risaltare gli elementi di discontinuità
pure lasciati emergere. Nel quadro storiografico che si è ricostruito
(con sullo sfondo la ‘continuità problematica’ di una grande età uma-
nistica…) l’attenzione ai momenti ‘rinascimentali’ della genesi del lin-
guaggio della nuova scienza di Galileo riduceva il tradizionale scarto
tra questa e l’età rinascimentale, nel mentre il ‘nesso dialettico’ Gali-
mai dimenticate quando si voglia intendere e valutare come Garin segua i percorsi
‘verticali’ delle idee.
61
Storia della filosofia italiana
, cit., vol. II, p. 844. Si può osservare che nel mentre
nelle pagine degli anni ’40 la posizione di Galileo era quella di un’«andare oltre», poi
di essa verrà sottolineata la dimensione di «ingenuità» propria dell’ontologia che la
sorreggeva.
62
Vico e l’eredità…,
cit., p. 69.
1...,33,34,35,36,37,38,39,40,41,42 44,45,46,47,48,49,50,51,52,53,...484