ritorno alla differenza è l’aspetto teoretico che più interessa sia Uemura sia
Said, insieme alle conseguenze indissolubilmente pratiche di questa teoria.
Se Said, ricordato anche con un commento all’intervista da questi rilasciata
a Tariq Ali, pubblicata col titolo
Conversations with Edward Said
, è in un certo
senso il punto di arrivo non solo teoretico, ma anche emozionale e affettivo del
processo intellettuale di Uemura, il mezzo che lo conduce ad un simile approdo
è la riflessione su Giambattista Vico. Evidentemente influenzato dalla storia cul-
turale, dalle tendenze poststrutturaliste ed in certa misura, come si è detto, dalla
scuola di Francoforte, Uemura vede in Vico la possibilità di uscire da una storia
che sia accumulazione positivistica dei dati, verso un sapere critico e orientato
alla vita. Soprattutto, sulla scia del
De nostri temporis studiorum ratione
, da lui
tradotto nel 1987 insieme a Chikara Sasaki per i tipi della Iwanami Shoten, lo
ritiene il fondatore di una prassi storica che riconsidera il rapporto tra teoria ed
esperienza nella storia, e apre uno spazio etico (
prudentia
) dove la vulgata della
modernità vede solo il darsi di
scientia
. Inoltre, in Vico vi sarebbe,
in nuce
, un
atteggiamento ‘altro’ nei confronti della storia, anticipatore di ciò che Uemura
definisce ‘storia poetica’ o ‘simbolica’ e della quale si fa sostenitore in uno stimo-
lante dialogo con intellettuali quali Hayden White, Dominek LaCapra e, nuova-
mente, Carlo Ginzburg. Parole chiave di un simile approccio sono l’eterotipia,
il pensiero postcoloniale, uno sguardo al diverso che risente di una spinta etero-
loga. È questo uno degli aspetti più interessanti dell’opera di Uemura, che lo
connette a personaggi quali Gayatri Chakravorty Spivak, della cui opera e del
suo influsso sul proprio pensiero tratta in due dei saggi qui pubblicati.
A Vico, in particolare, è dedicato il secondo saggio,
Vico e la crisi delle
scienze europee
. Il corpo originale del brano è tratto dall’intervento letto al
Convegno internazionale tenutosi a Napoli tra il 10 e il 12 novembre 2005 dal
titolo
Vico e l’Oriente. Cina, Giappone, Corea
. Non mi dilungo su questo scrit-
to, che si può leggere nella versione italiana in questo «Bollettino» XXXVIII
(2008) 1, e in lingua inglese negli Atti del Convegno, di recente pubblicati a
cura di D. Armando, F. Masini, M. Sanna (Roma, 2008).
La parte più interessante del volume è rappresentata dal primo saggio, inti-
tolato
Ripensare la storia al tramonto della storia
, che costituisce una introdu-
zione non sistematica a una buona parte di quanto si è scritto sinora e che
assume la materia della trattazione in una cornice autobiografica. È la spiega-
zione e la giustificazione di un percorso personale, inserito in una disamina
generale sul metodo degli studi giapponesi intorno a questi temi. Emergono
correlazioni e rapporti dai quali è possibile farsi un’idea di un clima culturale
e comprendere come alcuni autori e determinate tematiche siano al centro del-
l’interesse degli studiosi nipponici. Uemura integra così dibatti a noi più noti
RECENSIONI
192
1...,438,439,440,441,442,443,444,445,446,447 449,450,451,452,453,454,455,456,457,458,...484