guerra e dell’immediato dopoguerra. Le
lettere vanno da una prima del Venturi da
Parigi (24-10-1937) ad un’ultima, an-
ch’essa del Venturi, del 14-10-1950. Inte-
ressanti per conoscere gli studi del giova-
ne storico, specie nel periodo del confino
poliziesco ad Avagliano, documentano il
non sempre sufficientemente conosciuto
appassionato ruolo del filosofo nel soste-
nere i giovani antifascisti ed egualmente
le non sempre adeguatamente apprezzate
aperture tematiche e storiografiche del
vecchio maestro, sollecito a seguire e
indirizzare le scelte autonome di giovani
intelligenti. Qui vanno segnalate le lettere
di argomento vichiano, che, in particola-
re, riguardano le ricerche del Venturi su
Nicolas-Antoine Boulanger, confluite nel
volumetto
L’antichità svelata e l’idea di
progresso in N.-A. Boulanger,
edito da
Laterza nel 1947 per interessamento e
volontà di Croce. In proposito è interes-
sante quanto concerne la determinazione
delle conoscenze, presunte o effettive,
che di Vico ebbe il Boulanger (cfr., la let-
tera di Croce del 14-8-1946) e del «pla-
gio», che Venturi ritiene «leggenda creata
da Galiani», giacché egli era «giunto alla
convinzione che Boulanger non conosce-
va Vico» (cfr., la lettera del 25-8-1946). Il
che Croce, in qualche misura, contesta.
«Badi – scriveva il 6-9-1946 – che, se
1’accusa di plagio è infondata certamen-
te, era quella la forma in cui nel
Settecento si notavano i rapporti e le
somiglianze. E il riscontro del Boulanger
con Vico fu notato da più parti in Italia e
non è una osservazione del solo Galiani».
Ancor più interessanti sono alcuni altri
elementi emergenti dallo scambio episto-
lare. Tali, ad esempio, le notizie circa l’in-
teresse del Venturi a condurre «una ricer-
ca sull’interpretazione storica sull’illumi-
nismo del romanticismo e idealismo»
(lettera del 17-8-1941). Il che lo induce a
studiare «l’assieme di tutte le opere di
Vico», del quale dichiara di avere «una
conoscenza troppo frammentaria», e poi
Hegel «storico dell’illuminismo», ed
ancora – notizia al tutto nuova – W. v.
Humboldt, del quale, in una lettera del 6-
8-1942, dice di «andar percorrendo volu-
me dopo volume 1’edizione Leitzman
[…] con molto interesse». Nella stessa
direzione di interesse vanno segnalate le
riserve sollecitamente nutrite su «la
Storia
dell’illuminismo
[sic] di Cassirer», che lo
lascia «molto insoddisfatto» a confronto
degli «elementi di interpretazione che
son racchiusi nella polemica hegeliana»
[17-8-1942). A ciò si aggiunge 1’interesse
per Dilthey, delle cui opere chiede notizie
al Croce, il quale gli comunica il 14-8-
1942 che le opere del filosofo tedesco
sono «a Napoli nella Biblioteca della
Facoltà di Lettere» (notizia che par biso-
gnosa di conferma alla curatrice, forse
per bilanciare le lamentele di Venturi
circa le deficienze in materia delle biblio-
teche torinesi [cfr., lettere dell’ 8-6-1946 e
6-11, forse dello stesso ’46]: quasi una
conferma, un secolo dopo, di quanto rile-
vato, nel 1848, dagli esuli napoletani, per
esempio P. Villari). Un ultimo gruppo di
lettere, tra agosto e novembre 1947,
quando Venturi fu a Mosca, riguardano
la fortuna di Vico nell’Unione Sovietica.
Venturi fornisce a Croce numerose no-
tizie bibliografiche e dice di volergli in-
viare alcune pubblicazioni, che il filosofo
considera utili per il ponderoso rifaci-
mento della sua bibliografia vichiana, a
cui accudiva Fausto Nicolini. In proposi-
to va dato atto alla dotta curatrice dell’at-
tenzione con cui verifica e precisa le in-
formazioni fornite dal Venturi. Non è
questa la sede per tornare sullo sviluppo
della valutazione crociana dell’Illumini-
smo (negli stessi anni avviata anche dal-
l’Omodeo), ma è certo che queste lettere
hanno un interesse che supera i pur im-
portanti argomenti da esse trattati, anche
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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