FABRIZIO LOMONACO
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rale-sociale e messa direttamente in relazione con i progressi delle
scienze dell’uomo e della natura. Non a caso, elogiata la «somma sa-
pienza» di Socrate che «dal cielo alla Terra, da’ pianeti agli affetti
umani, dagli astri a’ corpi civili richiamò la filosofia», Pagano esaltava
il valore della scienza moderna, da Bacone, «il Colombo della moderna
filosofia» a Newton, «il legislatore della natura» (ivi, pp. 9,10)
3
. L’uni-
verso naturale e il mondo umano non risultavano più distanti e con-
trapposti, ma realtà in divenire, fondate su rapporti necessari e costan-
ti, governate da analoghe leggi, al punto che per giungere alla vera
«storia dell’uomo», occorreva aprire «gl’inalterabili archivii della natu-
ra» e vedere «pure come le fisiche cagioni hanno oltre il volgar avviso
sulle morali vicende influito» (ivi, pp. 14,15). Di ciò adeguata confer-
ma offrono le varianti introdotte nel
Saggio I
della seconda edizione.
Qui, infatti, la conclusione del capitolo XXXVI introduceva significa-
tive espressioni (assenti nel corrispondente capitolo della prima edizio-
ne), per ribadire che «le cose morali, come le fisiche, sieno a certe vi-
cende e stabili periodi soggette». Storia civile e storia naturale si allea-
vano nella dimostrazione dei «diversi ed uniformi avvolgimenti delle
società». E l’«analisi dello spirito umano» diventava «il principale og-
getto» dei nuovi
Saggi
(ivi, p. 133). Si assiste, nel 1791, se non alla
smentita della necessaria legge naturale di evoluzione, certo a una sua
significativa applicazione alla
natura
dell’uomo nella storia, con riferi-
menti più diretti alla vita morale e sociale che alle premesse fisico-fisio-
logiche. È la strategia interpretativa che ispira, nel
Saggio V
del 1792,
l’esclusione di un brano apparso nel corrispondente luogo della prima
edizione sull’ «unione […] o fisica o morale» degli uomini (ivi, p. 97),
espressione di una non ancora matura consapevolezza dell’integrazio-
ne tra il piano naturale e quello etico-politico
4
.
3
Sulla presenza di una ‘teoria politica’, prevalente nell’ispirazione della seconda edizio-
ne dei
Saggi
, si vedano, dopo le indicazioni di G. S
OLARI
(
Studi su Francesco Mario Pagano,
a cura di L. Firpo, Torino, 1963, p. 376), le pagine di F. V
ENTURI
,
Francesco Mario Pagano
.
Nota introduttiva
, in I
D
.,
Illuministi italiani
, t. V:
Riformatori napoletani,
a cura di F. Ventu-
ri, Milano-Napoli, 1962, p. 823. Di un «tono complessivo più pacato» assunto dall’opera
nel 1791, di una sua «veste scientifica apparentemente più distaccata dagli avvenimenti re-
centi o in corso a Napoli» ha parlato Raffaele Ajello, sostenendo la progressiva affermazio-
ne in Pagano di un «idealismo utopistico» e di una «visione platonica» (R. A
JELLO
,
I Saggi
politici di Mario Pagano e il loro tempo
, in
I Saggi politici di Mario Pagano e la cultura politica
europea nella seconda metà del Settecento,
«Il pensiero politico» XXVIII, 1995, pp. 20, 57).
4
Di ciò adeguata conferma offrono le varianti introdotte nel capitolo VI del
Saggio
VI
della seconda edizione in cui è assente il brano conclusivo del corrispondente capitolo
1...,62,63,64,65,66,67,68,69,70,71 73,74,75,76,77,78,79,80,81,82,...484