FABRIZIO LOMONACO
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della proprietà» (ivi, pp. 241-243). Il nuovo equilibrio sociale esige da
un lato il riconoscimento del moderno assetto proprietario e dall’altro la
ridefinizione del concetto di
eguaglianza
. Dal punto di vista giuridico
essa in quanto
rapporto
e
proporzione
, principio regolativo dei diritti
umani aveva consentito di opporre agli astratti e vani miti della ragione
rousseauiana il modello di una società in grado di legittimare le virtù
aristoteliche della
competenza
e del «merito» (ivi, pp. 27-28). Non a ca-
so, l’introduzione dell’argomento comportava nel capitolo VIII del
Saggio II
del 1792 l’eliminazione del ricordo elogiativo di Grimaldi con
lo scopo di reagire al radicale pessimismo storico delle sue
Riflessioni
sopra l’ineguaglianza tra gli uomini
(1779-1780), di approfondire la loro
lucida ma inconcludente diagnosi ma in coerenza con una decisa atte-
nuazione dell’interesse per quel discorso sull’origine della nobiltà che la
prima edizione (nel corrispondente capitolo VII) aveva riferito alla
naturale selezione tra gli uomini, alla
bellezza
e alla
forza
degli
eroi
, natu-
ralmente destinati a confermare la «fisica, morale e politica ineguaglian-
za» (
Sp1
, p. 20)
12
. Con la caduta di questi brani nella seconda edizione si
assiste (nel capitolo VIII del
Saggio II
) all’introduzione di una significati-
va conclusione, esaltante la «nuova specie di nobiltà», istituita dalle
«politiche cariche, esterno segno del merito morale» e opposta a quella
tradizionale degenerata in «presunzione della virtù», in «un’ombra che
segue il corpo» (
Sp2
, p. 165). Tale denuncia trasforma il tono moralisti-
co della polemica in quello più concreto imposto dalla critica individua-
zione dei valori della società contemporanea alla luce di circostanziati
giudizi storici che bene documentano la partecipazione di Pagano al di-
battito tardosettecentesco sulla funzione politica della nobiltà, connessa
alla delicata questione del necessario sostegno da assicurare alla monar-
chia, secondo i contenuti del noto programma riformistico filangeriano.
12
«La nobiltà ha un’origine tanto antica, quanto son antichi gli uomini stessi.
L’uguaglianza non mai sossistè che nelle vaneggianti menti di alcuni filosofi poco co-
noscitori dell’uomo. Il gran fabbro della natura non volle né potea stabilire nell’uni-
verso la fisica uguaglianza: avvegnacché l’ordine e l’armonia non si componga giammai
di uguali né di simili forze. E d’altra parte poi la grande innumerabile diversità degli
accidenti dell’universo, e la sì diversa e varia azione ed efficacia degli esterni oggetti,
onde siam cinti, e da’ quali viene sviluppato e formasi lo spirito dell’uomo, dee per
necessità produrre una diversità ed ineguaglianza morale in esso spirito, la quale opera
sì, che in differenti ed ineguali posizioni nella città eziandio ritrovansi gli uomini, onde
sorge l’ineguaglianza politica» (
Sp1
, p. 20). Sul tema si veda N. B
ADALONI
,
Potere po-
litico ed eguaglianza in F. M. Pagano
, in I
D
.,
La Cultura
, in
Storia d’Italia Einaudi,
vol.
III, Torino, 1973, rist. ivi, 1985, pp. 882-885.
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