PENSIERO E VITA CIVILE NELLA NAPOLI VICHIANA DI FINE SETTECENTO
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del
Discorso sull’origine e natura della poesia
e dell’analisi «del gusto, e
delle belle arti» che il testo originale dell’opera aveva collocato rispetti-
vamente in
Appendice
al
Saggio I
e nel
Saggio VI
(
Sp1
, pp. 3-82, 173-
230). Su queste pagine era stata richiamata l’attenzione dei lettori della
«Scelta Miscellanea», la nota rivista napoletana, organo del salotto lette-
rario fondato dai fratelli Di Gennaro e frequentato dalla massoneria na-
poletana
16
con cui si era andata conciliando l’utopia riformatrice di
Pagano, quando, nella metà degli anni Ottanta, si affidava all’illuminata
azione del governo monarchico di Ferdinando IV di Borbone e di Maria
Carolina d’Asburgo-Lorena, protettori della massoneria e direttamente
evocati nella conclusione della prefazione alla prima edizione dei
Saggi
17
.
E proprio tra filosofia e poesia si muove la non irrilevante fortuna
di Vico nella «Scelta», dovuta probabilmente all’attività del Pagano.
Oltre alla pubblicazione, nel 1784, di un
Epitalamio
per le nozze di
Giulio Cesare Mazzacane e Giulia Rocca
18
, è da ricordare la nota e im-
portante lettera «sopra l’indole della vera Poesia», inviata il 26 dicem-
bre 1725 a Gherardo De Angeli e offerta ai lettori della «Scelta» da
Francesco Daniele. È un documento di pubblica e affettuosa stima per
il giovane poeta ebolitano, dotato di natura poetica per indagare l’ani-
16
Sulla «Scelta», «organo del salotto del duca di Belforte», e sull’attività di que-
st’ultimo sia consentito rinviare – anche per l’ampia letteratura critica – alla mia
Intro-
duzione
a A. D
E
’ G
IORGI
B
ERTÒLA
,
Della Filosofia della Storia,
a cura di F. Lomonaco,
Napoli, 2002, pp. XII sgg. e alla relazione su
Filosofia, Letteratura e Storia nella «Scelta
Miscellanea» (1783-1784)
che ho tenuto al Convegno internazionale sul tema «Le
riviste a Napoli dal XVIII secolo al primo Novecento» (Napoli, 15-17 novembre
2007), in corso di stampa.
17
«Ma fuori di questa [età di Saturno] il filosofo conoscitore degli uomini non si
augura mai un tale stato: le due classi de’ deboli e de’ potenti son gli elementi delle re-
pubbliche. Ma almeno spera, che sia a potenti posto un giusto freno, che anzi di abu-
sare della loro potenza si facciano un pregio di adoprarla nel giovamento de’ miseri, e
proccurinsi così l’amore di costoro. E se tal desiderio può essere accompito giammai,
lo dee essere per certo sotto il governo del più caro ed amabile de’ sovrani, e della sua
augusta consorte, in cui già s’incomincia a far rispettare la civile libertà dell’uomo, e si
fa sentire al potente, che dove regnano le leggi e un giusto sovrano, la vera potenza
nasce solo dall’onestà e dalla virtù» (
Sp1
, pp. XX).
18
Poesia. Epitalamio inedito. Nelle Nozze degl’Illustrissimi Signori. Il Signor D.
Giulio Cesare Mazzacane, Principe d’Umignano, e la Signora Donna Giulia Rocca de’
Marchesi di Vatolla. Composto da Giovan-Battista De Vico ed al detto D. Giulio Cesare
Mazzacane dedicato
, in «Scelta Miscellanea», n. VII (luglio 1784), articolo III, pp. 461-
469 (d’ora in poi si cita con la sigla SM).
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